Scola fa la rivoluzione in Curia e lava i piedi ai bambini

«Un augurio al cardinal Martini, che prosegue con indomita forza il nostro cammino» dice Angelo Scola. E il pensiero di tutti corre alla malattia del suo predecessore. In uno scritto a firma dell’arcivescovo emerito di Milano, pubblicato dal Corriere della Sera la settimana scorsa, si propone il riconoscimento delle unioni civili per le persone omosessuali che hanno una relazione sentimentale. Le parole dell’arcivescovo arrivano alla conclusione della Messa del Crisma, concelebrata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, subito dopo l’annuncio della rivoluzione avviata nella Curia: otto nuove nomine nel cuore nevralgico della Chiesa ambrosiana, che saranno operative dal 29 giugno. Il cardinale ne ha annunciate altre in arrivo. Nella Messa del pomeriggio (nella foto), Scola ha poi lavato i piedi ai bambini che riceveranno la prima Comunione.
Il braccio destro del cardinale sarà Mario Delpini, già professore e rettore del seminario maggiore milanese, che conosce larghissima parte del clero. «Un uomo di grande preghiera e grande umiltà», lo descrivono coloro che lo conoscono. Tra i suoi libri divulgativi «Reverendo che maniere!», un manualetto di galateo per i preti in cui tra l’altro invita i sacerdoti a usare «prudenza»: tenere lontane le parrocchiane invadenti, non sostituirsi al marito delle donne sposate, «non far girare la testa», anche involontariamente, alle ragazze. Scanzonati consigli di buon senso per evitare disastri.
Carlo Redaelli, numero due della Curia dal 1994, diventa vicario di Sesto san Giovanni. «Non è potere mondano, ma essere presi a servizio» ricorda Scola. E non è certo uno sgarbo al cardinal Tettamanzi che lo aveva nominato. Scola ha tenuto conto delle diverse sensibilità della Chiesa ambrosiana.

Il nuovo vicario di Milano, l’esperto di scuola Carlo Faccendini, che sostituisce monsignor Erminio De Scalzi (voluto come presidente del Family 2012 e confermato abate di sant’Ambrogio), è stato scelto da Tettamanzi. E il vicario di Varese, Franco Agnesi, era il numero tre dell’arcivescovo Carlo Mario Martini.

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