La scolarizzazione dei rom? Due milioni all’anno in fumo

Soli 1872 bambini iscritti al programma nel trienno 2005-08, meno di due anni fa E intanto è boom dei baby-mendicanti

Rita Smordoni

Due milioni di euro l’anno. Tanto costa al Comune di Roma il programma di scolarizzazione dei ragazzini rom. Una montagna di quattrini. Uno dei misteri profondi dell’amministrazione Veltroni. Quanti zingarelli si sono laureati in questi ultimi anni? Quanti coltivano fra le roulottes il piacere della lettura? Domande inutili. Altro che libri. Altro che quaderni. I rom sanno a malapena «leggere» la mano. Ma perché allora buttare soldi dalla finestra, se i risultati pratici sono poco più che zero? Evidentemente a qualcuno conviene. Vediamo i costi, per cominciare.
La scolarizzazione di bambini e ragazzi nomadi copre in teoria tutto l’arco di età dai 3 anni (scuola dell’infanzia comunale e statale) fino ai 18 (corsi di formazione professionale). L’ultimo triennio scolastico, quello 2005-2008, come già il precedente, è stato appaltato dal Comune alle associazioni Capo D’Arco e Arci Solidarietà. Il capitolato d’appalto su base d’asta per l’affidamento ha diviso gli insediamenti rom in nove lotti. Il Lotto n 1, quello dei Municipi XV-XVI, comprende i campi di via Candoni, via Bravetta, via di Villa Troili, e prevede un importo a base d’asta di 760.280,88 euro e un totale di 244 bambini. 747.817,26 euro l’importo per il Lotto n 2, campi Casilino 900 e via Luigi Nono. 726.005,91 euro per il Lotto n 3, vicolo Savini. 707.310,48 per il Lotto n 4, via della Cesarina, Camping River di via Tiberina, Tor di Quinto. 676. 151,43 per il Lotto n 5, via dei Gordiani, Romanina, Ciampino. 604.485,60 per il Lotto n 6, Torre Angela e via di Salone. 573.326,55 per il Lotto n 7, Salviati, Martora, Casal Bruciato. 539.051, 61 per il Lotto n 8, Tor de Cenci, Tor Pagnotta, Acilia, Nuova Ostia. Infine 498.544, 83 euro per il Lotto n 9, Boccea, Monachina, Lombroso, Bastogi. Tirando le somme, si arriva alla cifra finale di 5.832.974,55 euro, al netto dell’Iva.
Il 15 settembre 2005, primo giorno del triennio e dell’anno scolastico, bambini e ragazzi iscritti erano in totale 1.872. Attenzione a questo numero, perché ci si tornerà sopra più avanti. Basta il pallottoliere per fare quattro semplici conti. Per scolarizzare ogni bambino il Comune in media spende 1.050 euro e spiccioli all’anno. 200 ore di lezioni di italiano, aritmetica e geografia, individuali e magari pure a domicilio, costerebbero molto meno. Uno spreco di risorse che difficilmente trova equivalente altrove.
I nove lotti sono stati ripartiti fra le due associazioni. Se un campo si sposta, l’affidamento passa da una all’altra. Il programma terminerà il 30 giugno 2008.
Un bilancio, almeno provvisorio? Anche parziale? Nebbia fitta. In consiglio comunale di ufficiale non c’è nulla. Un clic sul web capitolino? La scolarizzazione rom fa capo direttamente al Dipartimento XI. Sul sito ecco i dati: frequenza dell’anno scolastico, relazione sul servizio, organizzazione. Solo che tutto si interrompe al 2003-2004. E gli ultimi due anni? Come mai mancano i dati più recenti? Mistero. Sul sito compaiono in compenso in bella evidenza le iscrizioni dei bambini rom agli anni precedenti: 1.161 nel 1999-2000, 1.391 nel 2000-01, 1.749 nel 2001-02, 1.791 nel 2002-03, 2.157 nel 2003-04. A settembre 2005, dati del capitolato alla mano, però, le iscrizioni a scuola erano state solo 1.872. Il numero di cui sopra. Il flop è difficile da negare, a meno di virtuosismi dialettici.

Del resto, a parlar chiaro è il boom dei baby-mendicanti a Roma, esploso letteralmente negli ultimi 2-3 anni. Sotto gli occhi di tutti. Polizia, tribunale dei minori, turisti osservano, denunciano, giudicano. Ed il Comune di Roma? Non pervenuto.

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