Scommesse sportive: è un boom

Filippo Grassia

La raccolta delle scommesse sportive è in grande ascesa al punto da aver già superato non solo il movimento di tutto il 2005 pari a 1.430 milioni di euro (dato Aams), ma anche la quota di 1.850 milioni con conseguente riduzione del carico fiscale dal 9,5 all’8 per cento per le puntate superiori ai 7 eventi. In pratica tutte ad eccezione della scommessa singola. Ma l’obbiettivo finale è un altro. Se a fine anno le giocate supereranno il tetto di 2.150 milioni, la quota erariale scenderà al 6,8%. Per i concessionari un valore aggiunto di oltre 300 milioni su base annua. In base al Decreto Bersani la revisione dei parametri fiscali sarà immediata, cioè a partire dal primo giorno dell’anno successivo al raggiungimento dei risultati. In questo caso dall’1 gennaio 2007. Sotto questo aspetto l’art. 38 del dl 223, pubblicato lo scorso 4 luglio, è decisamente innovativo rispetto al precedente che posticipava di un anno la limatura delle tasse. Ma le novità non si fermano qui perché prevedono ulteriori scaglioni. La tassazione scenderà al 6% nel caso il movimento netto sia superiore a 2.500 milioni di euro; al 5,5% con una raccolta superiore ai 3.000 milioni di euro; addirittura al 5% qualora il mercato oltrepassi il tetto di 3.500 miliardi. In queste ultime due circostanze, ci sarà anche una riduzione al 2,5% e al 2% per le scommesse fino a 3 eventi.
Secondo alcuni osservatori le scommesse sportive chiuderanno l’anno a quota 2.200 milioni di euro con un incremento di quasi il 50% rispetto al 2005. Ma Ughi, presidente di Snai SpA, è più cauto: «Dobbiamo darci da fare per arrivare a 2.150 milioni di raccolta per strappare la tassazione al 6,8% che permetterà ai concessionari di respirare dopo le perdite accumulate in un recente passato. Ma il traguardo non è così facile e matematico come appare a una calcolo superficiale perché l’ultima decade di dicembre è compressa dalle festività, molto sentite in Italia, ed è soprattutto povera di avvenimenti. Bisogna quindi fare i calcoli su quanto gli italiani scommetteranno fino all’ultimo turno del campionato di calcio in programma mercoledì 20 dicembre. Poi arriveranno solo briciole. Indipendentemente dal risultato finale, il trend resta straordinario. Per la prima volta le scommesse sportive potrebbero superare quelle ippiche. E qualcuno dovrà fare un profondo esame di coscienza, in testa ci metto quelli che hanno sempre criticato l’attività dei concessionari».
Questo l’andamento delle scommesse sportive negli ultimi sei anni: 730 milioni nel 2000; 955 nel 2001 (+31%); 1.086 nel 2002 (+14%); 1.103 nel 2003 (+2%); 1.283 nel 2004 (+16%); 1.430 nel 2005 (+12%). A ottobre è stato registrato un andamento record con 243 milioni, superiore a quello stabilito il mese prima con 220 milioni. In continua crescita il gioco telematico, arrivato al 36,6% a ottobre, che a fine anno supererà la quota di 700 milioni, giusto un terzo del presumibile movimento globale. Per le scommesse ippiche si stima una raccolta di 2.050 milioni, meno 2% rispetto al 2005: un dato preoccupante, il peggiore dal 2000 a oggi. Sarà bene ripensare questa tipologia di scommessa che segna il passo mentre altri giochi sui cavalli, come la Tris, il Quartè e il Quintè, hanno incontrato un buon successo.

Malissimo il Totip che non merita alcuna considerazione dopo le tante parole spese sul suo rinnovamento dal 1997 a oggi: in 10 anni niente è cambiato. Sotto il 15% anche i concorsi pronostici legati al calcio che vanno ripensati, in particolare il Totogol.

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