LA SCONFITTA DELLA POLITICA

Ho visto e sentito cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare. Ho visto politici e intellettuali - anche di centrodestra, fortunatamente pochi, ma anche di centrodestra - esaltarsi su intercettazioni telefoniche, genovesi o romane fa poca differenza, rovistando nei cestini della spazzatura delle conversazioni private o delle «rivelazioni» che ogni giorno crocifiggono qualcuno, a volte persone perbene. E fare della spazzatura la cifra stilistica della loro politica.
Ho visto indignati speciali stracciarsi le vesti per scandali che non sono tali e fustigatori di costumi appassionarsi alle visioni dal buco della serratura, chiedendo le dimissioni di Marta Vincenzi non perchè Genova è sporca e mal tenuta, ma perchè un tizio aveva detto a un altro tizio in un’intercettazione «l’ometto della signora» e un altro ancora aveva scritto su un blog che il sindaco era ineleggibile per un conflitto di interessi del marito e un terzo aveva detto a un quarto che un quinto aveva sentito delle voci su un imprenditore e le aveva riferite a un sesto.
Ecco, se questa è la politica, posso tranquillamente dire che ho il disgusto della politica. Ma, fortunatamente, questa non è la politica. Anzi, affidarsi a questa roba e andare dietro a pettegolezzi da bar, è la peggiore sconfitta della politica. È l’abdicazione rispetto al proprio ruolo e anche al proprio dovere, è la resa ad altri poteri, siano essi quello giudiziario o quello dell’informazione. Che, intendiamoci, è giusto che facciano il loro lavoro. Ma che è un altro lavoro.
La politica, la politica come la intendo io, almeno, deve occuparsi dei problemi della gente, non dei pettegolezzi. E quindi mi piacerebbe che un decimo dell’impegno dimostrato nella lettura di intercettazioni venisse dedicato, ad esempio, al problema dei rom, che il governo nazionale sta iniziando ad affrontare in modo serio e responsabile. Oppure, mi piacerebbe che gli appassionati di campagne martellanti e magari un po’ squadristiche su temi che interessano solo i citati nei servizi, ne facessero una, martellante, sugli extracomunitari pregiudicati (e anche sugli italiani incensurati, se è per questo) che falciano giovani indifesi e nemmeno si fermano a soccorrerli.
Così come mi piacerebbe sapere che fine ha fatto la raccolta di firme del centrodestra sul referendum regionale contro l’estensione della sanità specialistica a tutti i clandestini, da parte di strutture che non sono in grado nemmeno di seguire decentemente gli italiani in lista d’attesa. Hanno fatto almeno tre conferenze stampa per annunciare queste raccolte di firme. Ma non è dato sapere se almeno tre firme siano mai state raccolte.
Forse, anzichè pensare alle intercettazioni, converrebbe mettersi ai banchetti.

O ascoltare altre intercettazioni, quelle pubblicate oggi da Panorama, in cui un padre rom dice alla figlia: «Vai a rubare in quella villa. Sennò ti faccio violentare da un marocchino».
Chissà se ne parlerà nelle «giornate dei diritti» volute dal Comune di Genova.

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