La prima volta della nautica. Al di là dellimporto stanziato, il debutto al tavolo degli incentivi fa notizia. La nautica, roba da ricchi, sempre cenerentola di Stato, nel migliore dei casi guardata con sospetto. Grande risultato politico, quindi, per Ucina-Confindustria Nautica e il suo battagliero presidente Anton Francesco Albertoni. Il quale, con i suoi più stretti collaboratori, ha già fatto alcuni conti sul totale di 20 milioni di euro destinati al comparto: 8 milioni di euro per lacquisto di motori fuoribordo a basso impatto ambientale fino a 75 hp e 12 per i nuovi stampi per la lavorazione della vetroresina.
Per quanto riguarda i motori il contributo è fissato nella misura del 20% sul prezzo di listino, con un tetto di 1.000 euro. Ucina ha ipotizzato la vendita di circa 10mila pezzi, equivalenti a un giro daffari di 45 milioni. Probabilmente, due motori venduti dovrebbero trainare anche la vendita di una barca. Diecimila diviso due fa 5mila (barche nuove) che creerebbero un giro daffari per altri 75 milioni.
Ma come fare? Semplice: documento di identità e codice fiscale. Al resto pensa il rivenditore. Quale, invece, lincremento di fatturato per le aziende che decideranno di acquistare nuovi stampi? Con circa 70 modelli nuovi sul mercato si sfiorerebbe un giro daffari di 300 milioni. In tutto si arriverebbe alla ragguardevole somma di oltre 400 milioni. Ecco, quindi, come la cifra a prima vista modesta di 20 milioni, diventa importante: una boccata dossigeno che di questi tempi garantisce almeno la sopravvivenza delle piccole e medie aziende. Intanto, in attesa del 15 aprile, quando scatterà la corsa allincentivo, molti concessionari di note marche di motori fuoribordo sono subissati di telefonate. Semplice curiosità o no, cè nellaria parecchio interesse. Anche da parte dei cantieri. Per costruire un natante di 8 metri (ovviamente di nuova generazione), infatti, occorre uno stampo che costa circa 160 milioni. Bene, limpresa ne sborserà esattamente la metà.
Al 15 aprile mancano pochi giorni.
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