Sconto di pena per l’assassino «È geneticamente vulnerabile»

Trieste. Uno sconto di pena di un anno, perché ritenuto «vulnerabile geneticamente». È quanto la Corte d’Assise d’Appello di Trieste ha riconosciuto al cittadino algerino Abdelmalek Bayout, portando a otto anni e due mesi di reclusione la condanna rimediata in primo grado per aver ucciso a coltellate nel 2007, a Udine, il colombiano Walter Felipe Novoa Perez.
Una sentenza frutto - secondo quanto riferisce il Messaggero Veneto - di un’indagine cromosomica innovativa secondo la quale è stato accertato il possesso, da parte di Bayout, di alcuni geni, che lo renderebbero più incline a manifestare aggressività se provocato o espulso socialmente.
Tale «vulnerabilità genetica» si sarebbe incrociata con «lo straniamento dovuto all’essersi trovato nella necessità di coniugare il rispetto della propria fede islamica integralista con il modello comportamentale occidentale», determinando nell’uomo «un importante deficit nella sua capacità di intendere e di volere».
All’origine dell’omicidio - ricorda il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Pier Valerio Reinotti, estensore delle motivazioni della sentenza - è stata l’aggressione subita da Bayout da parte di un gruppo di giovani, tra cui Novoa Perez, che lo avevano deriso per avere gli occhi truccati con il kajal, apparentemente per motivi religiosi. «È il primo del genere in Italia», commenta il giudice Amedeo Santosuosso, consigliere della Corte d’Appello di Milano.
Abdelmalek Bayout era stato condannato con rito abbreviato, e con il riconoscimento delle attenuanti generiche, a nove anni e due mesi di reclusione dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Udine il 10 giugno 2008. Il gup aveva escluso l’applicazione delle aggravanti di premeditazione e futili motivi, contestate dal pm Claudia Danelon, che aveva chiesto 14 anni di carcere per l’imputato.
Aveva invece disposto una misura di sicurezza personale per tre anni, da applicare dopo che Bayout avesse scontato la pena.
Dopo il ritrovamento del cadavere di Novoa Perez, la polizia era risalita a Bayout indagando su una medicazione che l’uomo si era fatto fare al Pronto soccorso dell’ospedale. Fermato dalla Polizia nel nosocomio, l’algerino aveva condotto gli agenti nel luogo in cui aveva gettato l’arma.


Le registrazioni delle telecamere del comune avevano poi confermato che nella serata del 10 una rissa si era verificata in viale Europa Unita, nelle adiacenze del sottopasso pedonale presso la ferrovia. Dopo un’iniziale reticenza, Bayout aveva confessato chiudendosi poi in un silenzio assoluto.

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