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Congo, scontri a Kinshasa. Gli italiani nella capitale: "Siamo in pericolo"

Diversi attacchi questa mattina. Le forze locali hanno poi ripreso il controllo

Dopo una mattinata di scontri, che hanno interessato sia l'aeroporto internazionale che una base militare a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, la situazione sta tornando sotto controllo.

Le forze di polizia, confermano fonti diplomatiche, "hanno ripreso il controllo di tutti i punti nevralgici, compresa la sede della tv pubblica". L'edificio dove si trova l'emittente RTNC era stato occupato da un gruppo di ribelli armati di pistole e machete, che avevano preso in ostaggio diversi giornalisti.

Nel pomeriggio l'ambasciatore congolese a Roma, Albert Tshiseleka, ha confermato al ministro degli Esteri, Emma Bonino, che la situazione "è molto calma e sotto controllo". I ribelli, circa una quarantina, sono stati uccisi dalla polizia locale.

24 famiglie italiane bloccate a Kinshasa

Nella capitale ci sono anche ventiquattro famiglie italiane, bloccate da un mese e mezzo, nel tentativo di riportare in patria i bambini che hanno adottato, dopo che il Paese ha deciso per un blocco delle adozioni internazionali.

"Siamo in pericolo", ha scritto uno dei padri in una mail inviata all'Ansa. Le adozioni, ha ricordato una coppia di Macerata, "sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014". Paola Zignone, una delle madri, ha raccontano al Giornale la situazione degli italiani, senza il visto e in attesa di una decisione delle autorità.

Un comunicato di palazzo Chigi ha annunciato che a breve funzionari congolesi si recheranno a Roma, per avviare le verifiche sulla situazione. Il lavoro dela missione "richiederà inevitabilmente qualche tempo".

Il primo ministro di Kinshasa ha confermato all'Italia l'impegno per una soluzione veloce.

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