Dopo gli scontri offensiva anarchica dei falsi allarme bomba

I gruppi anarco-insurrezionalisti greci hanno scatenato ieri una vera e propria offensiva di falsi allarmi bomba che hanno costretto la polizia a chiudere al traffico l’area intorno al Parlamento ellenico e a evacuare imprese e tribunali. Secondo gli inquirenti, non si tratta di telefonate di mitomani ma di una vera propria nuova strategia messa in atto dai gruppi armati.
Una telefonata a un quotidiano ieri pomeriggio che annunciava una bomba nel Parlamento, ha costretto la polizia a isolare una vasta area del centro di Atene a scopo cautelativo poco dopo che il presidente della Repubblica Karolos Papoulias aveva prestato giuramento per il suo secondo mandato. Questo allarme si è rivelato falso come altri tre precedenti annunciati in telefonate allo stesso quotidiano contro un’impresa pubblica per la produzione di energia alla periferia di Atene e due tribunali al Pireo e nel centro della capitale.
I quattro falsi allarmi sono soltanto la punta dell’iceberg di decine e decine di annunci di questo tipo che negli ultimi mesi hanno invaso le redazioni dei mass media greci. Secondo fonti dei servizi di sicurezza non si tratta dell’azione isolata di mitomani ma di una nuova strategia offensiva dei gruppi anarco-insurrezionalisti per impegnare le forze dell’ordine, costrette a intervenire perché in alcuni casi il preannuncio di attentati si è rivelato reale.
Per gli osservatori l’offensiva di ieri dei falsi allarmi bomba, assai più intensa di quella registrata negli ultimi tempi, potrebbe essere, al pari della violenza anarchica scatenatasi due giorni fa durante le manifestazioni per lo sciopero generale. I sindacati greci hanno annunciato ieri che dopo l’arresto generale di due giorni fa le proteste contro il piano di austerità continueranno per costringere il governo a ritirare «le misure ingiuste, antisociali e contrarie allo sviluppo» del Paese.

E la confederazione dei dipendenti pubblici Adedy ha già convocato una nuova manifestazione per il 16 marzo. Due giorni fa, oltre due milioni di persone hanno incrociato le braccia durante lo sciopero convocato dai sindacati.

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