Scontro sui 36 mesi: no di Confindustria

Roma - I contratti di lavoro a tempo determinato, quindi quelli con una scadenza, sono sempre stati un argomento di scontro per la politica e i sindacati. Il protocollo e il disegno di legge che lo ha recepito hanno limitato i rinnovi ad un massimo di 36 mesi, al termine dei quali il datore deve scegliere se assumere a tempo indeterminato (cioè senza limiti) o rinunciare al dipendente. Con il passaggio in commissione Lavoro alla Camera, e quindi con le modifiche ottenute dalla sinistra antagonista, la normativa è stata resa ancora più stringente per le aziende. È stato stabilito che i 36 mesi non debbano necessariamente essere continuativi. Le pause tra un contratto e l’altro non interrompono, quindi, il cumulo dei mesi che porta all’assunzione. E stato poi stabilito il principio della precedenza. In caso di assunzioni passa chi ha avuto contratti a tempo.

Un giro di vite «inaccettabile» per Confindustria. Sempre in tema di lavoro la sinistra ha ottenuto l’abolizione dello staff leasing. Si tratta di un contratto a tempo indeterminato previsto dalla Legge Biagi. In questo caso a protestare sono stati i sindacati.

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