Scoperto il gene del genio ecco il segreto dei mancini

Ricerca inglese: nel Dna è scritto il lato dominante. I "Sinistri" per secoli accusati di essere invertiti. Il 10% delle persone al mondo è mancina

Scoperto il gene del genio ecco il segreto dei mancini

A sinistra la vita è diversa. Opposta, complicata, a volte persino colpevole, certe altre esaltante. È appesa a un giudizio collettivo che non è mai unico: perché i mancini li trattano da malati o da geni, mai da normali. Mica a un destrorso gli chiedono spiegazioni. Invece c’è sempre uno che vede scrivere con l’altra mano e si toglie la soddisfazione: mancino? La prima volta il trauma è già arrivato: la natura sinistra pesa anche senza volerlo, quando si impugna una racchetta da tennis o si tira il calcio a un pallone. Le domande dei destrorsi, i tentativi di correggerti: non è che il futuro abbia sdoganato davvero chi vive tendendo a sinistra.

Discriminato, fino alla metà del Novecento, mortificato nel vedersi bacchettare da insegnanti e genitori la mano del diavolo, il mancino ha sperato che arrivasse la certificazione della sua normalità. Cioè la spiegazione scientifica dell’ovvio: non è che uno possa scegliere da che parte stare. Lo sceglie il caso e quindi l’imprevedibile. Lo dice Lrrtm1, un gene che se non ce l’hai ti fa sembrare come tutti gli altri, se ti capita lungo l’elica del Dna, allora ti porta a prendere sempre la sinistra. A Oxford l’hanno scoperto qualche giorno fa e hanno sancito che il 10 per cento della popolazione mondiale è così: settata asimmetricamente lungo una linea che si sposta verso sinistra. La differenza la fa proprio Lrrtm1. «Nelle persone destre la parte sinistra solitamente controlla il linguaggio e la parte opposta le emozioni. Nei mancini accade esattamente il contrario». Allora per risarcire secoli di «segregazione», gli scienziati hanno lasciato capire che c’era almeno una verità nelle dicerie popolari: i sinistri sono più emotivi e quindi più inclini alla genialità. Così Maradona, l’esempio facile facile. Poi una serie di mancini che ce l’hanno fatta a cambiare il mondo pur partendo da una condizione di menomati: Albert Einstein, Pablo Picasso, Giulio Cesare, Alessandro Magno, Napoleone, Thomas Jefferson, Winston Churchill, Bill Gates, Paul McCartney.

I mancini hanno fatto squadra. Uniti per resistere all’assalto della maggioranza destrorsa che non ha mai sopportato i diversi, si sono convinti che davvero i propri simili celebri fossero la dimostrazione di una certa superiorità. L’attenzione su di loro è cominciata negli anni Settanta, quando i ricercatori hanno considerato per la prima volta la mancinità non come un difetto, ma come una caratteristica dell’individuo. Mancava sempre qualcosa, però: quanti sono in tutto? E dove ce ne sono di più? Alla fine pare che siano più numerosi nei Paesi anglosassoni rispetto a quelli mediterranei, dove il popolo della sinistra è stato rieducato con la destra. Perché era peccato usare l’altra zona del corpo. I mancini hanno accettato, poi si sono svegliati. Hanno creato una lobby: l’autocelebrazione ha prodotto associazioni, siti internet, pubblicistica, ha fatto fare affari. La scienza è andata a rimorchio: ricerche, studi, analisi. Peggiori o migliori, i mancini? Normali o no? È finita la persecuzione: nessun educatore o istruttore sportivo si sognerebbe più di obbligare un bambino ad andare contro natura, utilizzando a tavola, sui banchi o sul campo di calcio il braccio e la gamba destri. Nessun maestro pensa di bacchettare un alunno se impugna il gesso con la «mano sbagliata».

E però non è finita quella sottile, perenne e idiota curiosità di capire se uno che scrive con la sinistra sia in grado di riuscire a farlo senza sporcarsi la mano e il foglio; oppure la costante attenzione verso il suo vivere simmetrico: «Ma come fai a mangiare con la sinistra». Nel rapporto destrorsi-mancini c’è qualcosa che non è ancora chiaro. La scienza ha rivalutato la sinistra, la società dice d’essersi convinta della genialità mancina. Però non molla davvero.

Bisogna provare a leggere e ad ascoltare per capire che il linguaggio non ha abbattuto il pregiudizio: ancora oggi dicono «tiro mancino» per intendere sleale e insidioso. Uno imbranato lo chiamano «maldestro». E un tipo losco ha sempre uno sguardo «sinistro».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica