La guerra vera, quella con lesercito israeliano, infuria qualche chilometro a nord della città e in poche ore costa la vita a 11 militanti di Hamas. Nel cuore di Gaza City un drappello di miliziani fedeli ad Hamas e una folla di dimostranti ne combatte unaltra, meno sanguinosa, ma altrettanto simbolica. La chiamano la guerra del fine settimana. A scatenarla ci ha pensato Salem Fayyad, il premier del governo di emergenza palestinese nominato dal presidente Abu Mazen dopo la caduta della Striscia nelle mani dei fondamentalisti.
Con un decreto a sorpresa il premier ha abolito il giovedì semifestivo prima del tradizionale venerdì di riposo musulmano e ha aggiunto il sabato come giornata libera. Salem Fayyad, forse, intende soltanto uniformare i ritmi lavorativi a quelli di Israele dove si lavora da sabato a giovedì mattina, ma offre ad Hamas unaltra occasione per accusarlo di sudditanza nei confronti del nemico e mancato rispetto dei precetti islamici. Giovedì mattina la diatriba si trasforma puntualmente in scontro diretto. In poche ore istituzioni e ministeri di Gaza diventano la nuova linea del fronte. Il governo di Hamas, guidato dal premier Ismail Haniyeh, al potere solo nella Striscia, pretende la chiusura totale e schiera uno sbarramento di poliziotti e militanti.
I funzionari e gli impiegati di Fatah premono per entrare e dimostrarsi ossequiosi delle nuove regole. Ad alimentare tanto zelo contribuisce laccredito dei primi stipendi completi dopo 17 mesi di risicati e rari anticipi. Quegli accrediti, ordinati dal governo di Fayyad soltanto 24 ore prima, non sono arrivati sui conti dei dipendenti dellAutorità Palestinese legati ad Hamas. I funzionari e i dipendenti dellAnp hanno ottime ragioni dunque per rispettare i nuovi ritmi di lavoro e mostrare la propria faccia. Polizia e Forza Esecutiva di Hamas hanno, invece, ottimi mezzi per dissuaderli. I più alacri vengono respinti a colpi di calcio di kalashnikov. Però neppure le botte sembrano contenere i volonterosi del giovedì. Così la Forza Esecutiva ricorre ai mezzi preferiti. Un kalashnikov apre il fuoco al cielo, un altro gli va dietro, innescando il solito concerto di raffiche.
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