Scoppia la rivolta degli esercenti contro i saldi

Scoppia la rivolta degli esercenti contro i saldi

(...) contro le associazioni di categoria che hanno scelto questa data insieme alla Regione.
Una scelta che sta creando una vera e propria spaccatura all’interno di Ascom e Confesercenti, le associazioni che riuniscono i commercianti genovesi, e che soprattutto appare mal digerita dagli stessi aderenti alle associazioni per un fatto molto semplice: una data così ravvicinata al periodo di Natale non fa che penalizzare i negozi, visto che molti clienti saranno tentati dall’idea di non spacchettare regali sotto l’albero ma di farlo a ridosso della Befana. In periodo di crisi anche il romanticismo può attendere, soprattutto se nel giro di una settimana lo stesso capo d’abbigliamento o lo stesso elettrodomestico si trova al venti o trenta per cento in meno. Per questo si sta creando una fronda di esercenti, della quale fanno parte i migliori negozi di Genova e della provincia, pronti a chiedere che la Regione revochi quella data e sposti l’inizio dei saldi a fine gennaio. «Sarebbe una scelta di buon senso e che darebbe dignità al nostro lavoro- commenta Paolo Bedocchi, proprietario della catena di negozi d’abbigliamento «L’Uragano» che insieme ad un’altra quarantina di commercianti sta recriminando contro il provvedimento-. Da questa operazione appare un segnale distorto verso i nostri clienti, quello che chi compra in periodo non di saldo venga derubato dal negoziante. Non è così: i saldi sono di fine stagione e servono per eliminare l’invenduto. Se noi non vendiamo a prezzo di saldo tutto l’anno è perché abbiamo delle spese da sobbarcarci».
E proprio questo potrebbe essere l’ulteriore pericolo della decisione di anticipare: troppe spese da sostenere, tra tasse e costi fissi, con il rischio che chi ha dei dipendenti ne debba fare a meno. «Abbiamo degli stipendi da onorare e dicembre è il mese in cui si realizza il profitto migliore. Andando avanti così si fa il gioco delle grandi catene e degli outlet - continua Bedocchi-. Nessuno tiene conto del fatto che i negozi tradizionali non solo danno lavoro, ma svolgono anche una funzione sociale. Mi spieghino come si trasformeranno i nostri quartieri senza vetrine».
I quaranta esercenti che stanno portando avanti la «battaglia» si ritroveranno questa sera al ristorante Europa di galleria Mazzini alle 20.30 e chiamano a raccolta altri commercianti critici nei confronti di questo inizio anticipato dei saldi. Cercheranno di creare un documento unico e chiederanno un incontro con l’assessore regionale al commercio Renzo Guccinelli perché possa ripensare alla data stabilita.
Questo anche perché c’è il rischio che a metà febbraio il prezzo della merce invernale torni «pieno». Il periodo delle vendite promozionali dura quaranta giorni ed il 12 febbraio sarebbe già terminato. Questo in un mese dove cambiare le vetrine con la merce primaverile, sarebbe quanto meno affrettato. «In tutto questo c’è qualcosa che non torna- prosegue Paolo Bedocchi- e la cosa che più ci infastidisce è che non ci possiamo più riconoscere nell’associazione che dovrebbe difendere i nostri interessi. Stanno tutelando solo i consumatori, ma questo danneggia una parte dell’economia. Mi sembra chiaro che ci sia una volontà scientifica di danneggiare la nostra categoria per toglierci di mezzo: stanno mettendo a rischio il commercio nel mese di dicembre, il periodo in cui molti colleghi riescono a guadagnare quanto basta per portare avanti l’attività per il resto dell’anno».
Nell’anticipo della data i commercianti vedono un disegno molto più sottile: quello di agevolare la grande distribuzione, sempre in grado di far fronte a vendite promozionali e saldi, rispetto ai piccoli esercenti: «La politica voluta dalle categorie e dalla Regione è completamente opposta a quanto sta sostenendo il governo- prosegue Bedocchi-. A livello nazionale ed internazionale, i governi stanno puntando sullo stimolo dei consumi per fare in modo che l’economia non vada in crisi. Quanto deciso in Liguria è esattamente il contrario di quello che viene richiesto dagli economisti». Intanto una decisione è stata presa: le attività che fanno parte del cartello che prenderà vita stasera, non faranno partire i saldi il 3 gennaio, a costo di perdere clientela nei confronti di attività concorrenti.

Ma dall’incontro dell’Europa potrebbe anche nascere qualcosa di più, visto che sembra di essere davanti ad una vera e propria scissione nella categoria con la possibile nascita di una nuova realtà che tuteli gli interessi dei commercianti al dettaglio.

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