Mariateresa Conti
da Marsala (Trapani)
Morire a scuola a 15 anni, al culmine di un alterco con i docenti che lo avevano bocciato. Stramazzare così, quasi senza un lamento, di fronte ai «quadri» appesi al muro che sancivano la sua «condanna»: la bocciatura, ma il trauma di dover lasciare i compagni di classe, con cui era ben affiatato.
Tragedia ieri mattina al liceo scientifico Pietro Ruggeri di Marsala (Trapani). Daniele, un ragazzino di 15 anni, alunno di una seconda classe, è morto, probabilmente per infarto, subito dopo aver appreso di essere stato bocciato e al culmine di una lite con alcuni docenti. I soccorsi, scattati immediatamente, non hanno potuto fare nulla. Il giovane è arrivato già cadavere al vicino ospedale. I genitori, disperati, puntano lindice decisi contro i docenti, indicandoli come responsabili morali della morte del loro figlio. I docenti, sconvolti, respingono ogni accusa. Sarà lautopsia comunque a svelare perché questo ragazzino è morto. Lipotesi che si cerca di verificare è se Daniele soffrisse di qualche patologia cardiaca congenita, mai emersa che, in un momento di rabbia e di tensione, sia esplosa causando la sua morte.
Il dramma si è consumato intorno alle 11.30. Daniele non si aspettava di essere promosso, sapeva di avere alcune insufficienze. Ma, secondo le sue previsioni, pensava di dover recuperare due, massimo tre materie, come lo scorso anno. Invece, quando si è recato a scuola, lamara sorpresa, quel «non ammesso» che lo tagliava fuori dal suo mondo, dai suoi amici, dai compagni. Il ragazzo, a quanto sembra, ha affrontato a viso aperto i suoi insegnanti, fuori di sé dalla rabbia e dal dispiacere. Quindi, allimprovviso, è crollato. A scuola è stato il panico. Lambulanza è stata chiamata subito. E anche la mamma del giovane è stata avvertita che Daniele stava male. «Quando sono arrivata - racconta la donna, uninsegnante elementare inebetita, quasi, dal dramma che le è piombato addosso - gli stavano facendo il massaggio cardiaco. Ho capito subito che era grave». La donna parla del figlio come di un ragazzo pieno di vita, senza problemi di salute. Quindi punta lindice contro la scuola: «Non resteremo - dice - con le mani in mano, i responsabili della morte di Daniele pagheranno. Ci avevano assicurato che questanno avrebbe recuperato tre materie, invece lhanno bocciato per allontanarlo dalla classe, dicevano che condizionava negativamente i compagni, che non era maturo». I genitori se la prendono con la scuola anche per il fatto di non essere stati preventivamente avvisati della bocciatura.
Solidarietà a questa sfortunata famiglia marsalese è stata espressa dallAssociazione docenti cattolici: «La morte di questo ragazzino - dice - significa che nella scuola si può ancora morire di autoritarismo, severità eccessiva, incapacità a gestire i rapporti relazionali». Sarà lautopsia, come si diceva, a chiarire perché il giovane è morto.
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