Cinzia Romani
da Roma
Homo homini lupus. Siamo a Roma e dunque lanteprima mondiale del magnifico film di Martin Scorsese, The Departed Il bene e il male, il cui oliato perno ruota intorno alleterno conflitto tra lealtà e tradimento, essere lupo allaltro uomo o farsi agnello per lui, doveva svolgersi qui, nellUrbe seconda a nessuno per ferocia, fin dallantichità. Ma la versione hollywoodiana del contraddittorio sulla dipartita (i cattolici anglofoni si riferiscono ai defunti chiamandoli «the faithful departed», ossia: i fedeli morti) non parla soltanto del mondo criminale sotterraneo, quello dove tutti fottono tutti e, allora, sotto a chi tocca. È dellessenza umana che si tratta, fingendo si narri una guerra tra la polizia locale e una banda della malavita organizzata, a Boston, laddove Billy, il poliziotto buono Leonardo DiCaprio, infiltrato faccia di burro e nervi dacciaio, dovrà vedersela con Colin (Matt Damon), doppiogiochista mafioso con un bel pelo sullo stomaco. Il loro burattinaio è il settantenne Jack Nicholson, canaglia al punto giusto per impersonare il gangster Frank Costello. «Per la verità, si chiamava Castello e veniva dallIrlanda», precisa Scorsese, indiscusso maestro del poliziesco ad alto voltaggio, qui al suo terzo remake, visto che il 63enne autore newyorchese stavolta ha «rifatto» Infernal Affairs, di Andrew Lau e Alan Mak (2002), thriller poliziesco campione dincassi in Asia.
Se ieri, al pranzo domenicale dellAuditorium, cera unabbuffata di stelle, Martin Scorsese rappresentava il dolce della nonna. Quandè entrato in sala a fine proiezione, vestito come un impiegato (al pari di DiCaprio: vestituzzo nero e camiciola celeste), gli occhiali da talpa che lo apparentano a Woody Allen, tutti in piedi ad applaudire Marty, facendogli sentire lo stesso calore emanato dai suoi film. La moglie, malata, non ha potuto accompagnarlo. «Stavolta sono stato fortunato, perché ho finito di girare tre settimane fa, con un budget hollywoodiano e il supporto del mio supercast», si schermisce lui (Brad Pitt compare tra i produttori). «Non so quanto potrò ancora resistere a Hollywood, dovè grande il divario tra i film che interessano a me e quelli che interessano agli studios», precisa lui, che ha vinto tutto tranne lOscar. Appassionato di cinema, lautore di Toro Scatenato è giunto nella capitale anche per promuovere la sua Film Foundation, società da lui fondata e presieduta al fine di restaurare e conservare pellicole deteriorate (l80 per cento dei film girati finora è andato perso) e che ora gode del supporto economico della Festa, pronta a restaurare Cera una volta il West di Sergio Leone. «Quando mhanno proposto un remake ho storto il naso, ma leggendo la stupenda sceneggiatura di William Monahan, che ha trasposto la mafia cinese nel milieu di Boston, impregnato di cattolicesimo e di fatalismo irish, arrivato a pagina venticinque del copione, non riuscivo a smettere di leggere». Daltronde, Scorsese, da ragazzino allergico e asmatico, spesso segregato in casa davanti alla tivù, è cresciuto a pane e grandi registi irlandesi, da John Ford a Raoul Walsh, così non è stato difficile, per lui, passare dagli italiani di Brooklyn a «quei bravi ragazzi» dIrlanda. «Qui la trama è fortemente intrecciata alla psicologia dei personaggi, il che ho avvertito immediatamente, poiché scelgo distinto cosa fare. Né penso a DiCaprio come a un attore con cui ho lavorato tre volte. Avendo trentanni più di lui, non posso dividere lo stesso contesto, come avveniva con Bob De Niro, mio coetaneo. Con Leo condivido un progetto, diviso in varie fasi», spiega il regista. Nel suo film prevale il color grigio, allusivo di quellambigua zona dellanima, dove le cose non sono né bianche, né nere. Il rosso squillante del sangue dei morti, invece, si spalma come lacca sul cellulare del «dipartito» Martin Sheen. Memorabile la sequenza in cui DiCaprio e Damon si ascoltano, ostili, in silenzio, ai rispettivi telefonini.
Al colore Scorsese ha sempre dedicato attenzione, come ha chiarito nellincontro pomeridiano con il pubblico, in onore del quale sfoggiava una cravatta blu scuro, al mattino assente.
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