Giuseppe De Bellis
da Milano
Sembrava fosse stata anche fortunata: non cerano morti. Fu un mezzo miracolo, perché Nocera Umbra era completamente distrutta. Seimila sfollati. Tutta la popolazione nelle tende. Senza case, senza uffici, senza niente. Quella maledetta scossa di terremoto che colpì a settembre del 1997 Umbria e Marche lasciò per terra un paese intero. Cerano gli uomini, le donne, i vecchi e i bambini, ma anche gli animali che facevano parte di quel tessuto civile che si aiutò da solo. La gente si rimboccò le maniche, come sempre. Si diede da fare, col groppo in gola. Allora dalla paura si passò alle lacrime: «Non lo hanno capito, non lo hanno ancora capito. Gli affreschi di Assisi sono importanti, e anche i morti, ma noi siamo tutti senza tetto. Niente tornerà più come prima».
Otto anni dopo Nocera Umbra è quasi a posto: è stata ricostruita al 75 per cento. Ci sono stati i fondi per il terremoto, ma anche la solidarietà. E in questa cè stata quella dei lettori del Giornale. È grazie a loro che oggi Nocera Umbra ha un auditorium polifunzionale: ci si può fare teatro, ma anche conferenze, convegni, saggi di danza. È stato inaugurato una settimana fa, sabato scorso. Il taglio del nastro e il ricordo di quellaiuto inaspettato. «È una struttura bellissima - dice Angelo Brancaleone, assessore per le Opere pubbliche del Comune di Nocera -, costruita con una serie di accorgimenti che le permettono di essere destinata a più usi».
Linaugurazione dellAuditorium chiude un cerchio aperto con la decisione di aprire una campagna di sottoscrizione pubblica, con un conto corrente da destinare allaiuto delle popolazioni colpite dal terremoto del 1997. La scelta del Giornale cadde su Nocera Umbra. Certo, cerano state vittime in altri borghi a ridosso del confine tra Umbria e Marche, cera il dramma del crollo della basilica di San Francesco ad Assisi ripreso in diretta tv. Ecco, in quei giorni tutti pensavano a questo. Il Giornale decise di aiutare Nocera Umbra e la sua popolazione, proprio perché era la cittadina più colpita, quella che aveva subito più danni architettonici, che non aveva la possibilità di rialzarsi da sola. Negli altri paesi chi aveva la casa ancora in piedi, ospitava parenti e amici. A Nocera non si poteva: nessuno aveva niente. Allora i lettori risposero in massa. Alla chiusura del conto corrente la cifra raccolta raggiunse il miliardo di lire. Oggi corrispondono a 516mila euro. «Sono stati utilizzati tutti per la costruzione dellAuditorium - spiega Brancaleone - perché il Comune con i soldi dei fondi destinati alla ricostruzione ha rimesso in piedi una vecchia struttura adibita a cinema, poi ha acquistato un altro edificio attiguo e, grazie alla sottoscrizione del Giornale, ha potuto completare la struttura. Per questo la gente di Nocera Umbra ringrazia i lettori del Giornale».
Due anni fa Nocera vide tornare alla luce il suo museo civico. Ha sede nella quattrocentesca chiesa di San Francesco, ed era rimasto chiuso per sei anni.
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