Scout, il «piccolo» esercito della buona azione

Separati tra laici e cattolici, ma uniti nel progetto di far crescere i cittadini di domani

Scout, il «piccolo» esercito della buona azione

(...) «Invece tra gli scout adolescenti dai dodici ai sedici anni - prosegue Graziella Bisin - entrano in gioco anche i primi valori dell’autonomia e del saper fare».
Giovanni, esploratore quindicenne, ci aiuta ad afferrare meglio il concetto: «Amiamo la sfida - dice - cerchiamo di superare ogni ostacolo, di non arrenderci di fronte a ciò che sembra impossibile da superare: Guide ed Esploratori sono soprattutto pionieri coraggiosi con l’ambizione di scoprire mondi nuovi». Altro che bullismo! Del resto il saluto scout, col pollice sopra il mignolo, da sempre indica la protezione del forte sul debole.
Infine c’è la fascia di età dai diciassette ai ventun anni, quando gli scout diventano Rover e Scolte. In questo periodo si affiancano alle attività proprie dello scoutismo i primi impegni nel sociale. A Milano questa terza fase di crescita coincide con molteplici attività: volontariato su autoambulanze; doposcuola rivolto a giovani disagiati; cura degli anziani e sostegno ai carcerati e ai loro famigliari. Sono solo alcune delle tante iniziative targate Agesci che organizza anche campi di lavoro a Sarajevo, in Brasile e in Perù in soccorso alle popolazioni più disagiate. Un «know-how» che in una città come Milano potrebbe addirittura giovare all’incremento delle politiche sociali.
Una conferma viene anche da Michele Marzulli, 36 anni, presidente della Cngei cittadina: «A Milano il nostro scoutismo è da sempre improntato ai problemi metropolitani. Al quartiere Stadera, per esempio, da tre anni teniamo un doposcuola molto seguito; un altro gruppo - prosegue Marzulli - fa animazione al Paolo Pini per i pazienti residenziali e al Gallaratese cerchiamo di entrare in contatto con i Rom di un campo organizzando attività di gioco per i più piccoli». Tutte cose che ogni giovane sceglie secondo le proprie inclinazioni e che si affiancano a quelle più propriamente svolte all’aria aperta da “branchi”, “compagnie” e “reparti”.
Come entrare in contatto col mondo di Lupetti e Coccinelle? La segreteria Agesci, cui confluiscono 31 gruppi scout che coprono quasi tutte le zone, è da sempre in via Burigozzo 11 (telelefono 02.58.31.47.60). Gli esploratori laici hanno otto gruppi sul territorio con segreteria in corso di Porta Romana 110 (tel. 02.58.32.41.00). Iscriversi costa mediamente 70 euro all’anno.
A Milano lo scoutismo sta riguadagnando posizioni dopo vari periodi di alti e bassi. Negli anni Settanta la contestazione toccò entrambe le associazioni, quando interi clan di scout si gettarono nella mischia, spesso al fianco dei partiti di sinistra. A partire dal 1992 fu invece la bufera Tangentopoli a decimare le sedi dei gruppi laici che erano di proprietà del Comune.

Cronica, infine, la carenza di Capi per entrambe le organizzazioni, ovvero gli ex Rover e Scolte che decidono di rimanere scout dopo i ventun anni, affrontando un triennio di formazione.
Ma oggi le cose vanno meglio. «In questo momento - conclude Marzulli - abbiamo 100 nuove iscrizioni in corsa. Segno che i genitori milanesi sono sempre più attenti alla qualità della vita dei loro figli».

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