È scritta nelle pietre la bellezza di Roma

Aperta al Chiostro del Bramante la mostra «Petrology» con le opere di Justin Bradshaw

Silvia Castello

Così come nelle stampe di Piranesi ritroviamo la rappresentazione monocroma e onirica dell’architettura di Roma, guardando le attuali opere di Justin Bradshaw - nato a Londra nel 1971: giovane promessa dell’arte contemporanea, portato sulla scena da Maurizio Fagiolo dell’Arco tre anni fa -, questo antico sogno in bianco e nero prende forma attraverso la luce dei grandi maestri come Monet o Pissarro e degli acquerellisti inglesi, fino a rievocare la luminosità azzurra della fotografia di Nadar.
Sono trenta, i dipinti - in equilibrio tra naturalismo pittorico ed impressionismo scientifico - esposti nella mostra «Petrology» visibile nella Sala delle Capriate al Chiostro del Bramante fino al 4 dicembre.
Il titolo elabora una ricerca sulle antiche pietre dell’Urbe, qui interpretate attraverso prospettive a «volo d’uccello» della città, con scorci di monumenti e architetture spesso riflessi nell’acqua.
Le opere, tutte di piccole dimensioni, sono affiancate dalle poesie di Fabrizio Falconi, tratte dalla raccolta «Mirabilia Urbis». I temi affrontati rimandano a luoghi riconoscibili della città di Roma come la Basilica di S. Clemente o il Mitreo di via dei Cerchi o la chiesa di S. Ignazio; suggerendo una allure tra sacro e profano di grande intensità.
Quattro sono le sezioni: Pietra, Velature, Passione, Zodiac. La prima è composta da dipinti che esplorano le varie manifestazioni della pietra capitolina, dagli antichi templi di marmo erosi dal tempo alle facciate delle basiliche fino alle strade fatte con i sanpietrini. La serie delle velature è l’indagine degli effetti di luce e ombra creati dalle pieghe di grandi teli mossi dal vento, come la copertura di una facciata in restauro, oppure lo studio di forme velate come una fontana rivestita, o una figura avvolta.
Nella Passione invece, i dipinti prendono spunto da episodi della Passione di Cristo descritti nei Vangeli; e così statue di Maria in una bottega romana, rappresentano il ricordo della Crocifissione, il taglio in una colonna di pietra suggerisce la ferita nel fianco di Gesù e si lega alla testimonianza della colonna di Gerusalemme in Santa Prassede.


C’è poi Zodiac: un’elaborazione sulla simbologia dei segni zodiacali, che si fonda sul concetto stesso di cerchio zodiacale e di costellazione. Qui si passa dalla tecnica dell’acquarello su zinco o rame ai disegni a china che esplorano il significato di ogni segno e si ispirano alla cultura sumerica.
Ingresso libero.

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