Scritte sui muri: 50enne inchiodato dalle telecamere

Lo spray, rosso. Le scritte, sui muri dell’Arcivescovado. «Morte a Confindustria», «operai morti porci padroni con voi faremo presto i conti», e poi «libertà per i compagni». Le telecamere hanno ripreso tutto. Per quelle scritte, comparse al corteo del 25 aprile, c’è una prima denuncia. I carabinieri del Nucleo informativo, infatti, hanno individuato il responsabile: L.R., 50 anni, padovano ritenuto vicino agli ambienti del «Gramigna», il centro sociale il cui nome era già emerso nel corso dell’inchiesta condotta dal pm Ilda Boccassini sulle nuove Br. L’uomo - con precedenti per appropriazione indebita, furto, detenzione di stupefacenti, e fermato a Padova nel 2006 mentre scriveva su un muro frasi inneggianti alla «giustizia proletaria» - è stato denunciato per imbrattamento e danneggiamento. Un monito arriva dal vicesindaco Riccardo De Corato. Il Primo Maggio è vicino.

«Speriamo che il messaggio arrivi forte e chiaro a chi crede di poter trasformare, fra qualche giorno, la città in un campo di battaglia. Certo, ci auguriamo che edifici e vetrine non subiscano danneggiamenti. Ma, se così non fosse, le 900 telecamere comunali continueranno a sorvegliare la città».

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