Gianandrea Zagato
Mani in tasca, pennarello nel taschino e voglia, tanta voglia di lasciare un segno. To, cè quello striscione pro Clementina in bella mostra sulla facciata di Palazzo Marino. E lidea, la folle idea diventa azione: nessuna originalità, ma solo frasette ingiuriose contro il sindaco. Manfredi Palmeri osserva la scena. Per un attimo crede che quel signore un po trasandato sia un parente o un amico della famiglia della giovane rapita a Kabul. Ingenuità di persona dabbene. Che diventa rabbia quando savvicina al graffito fatto con punta fine 0,10: «Ma quale parente - ricorda adesso il capogruppo di Forza Italia -, quello era solo un cattivo cittadino che lordava la sua città». Cittadino che, naturalmente, dopo il misfatto si allontanava verso piazza Duomo. Anzi, si sarebbe allontanato, se non ci fosse stato Palmeri allinseguimento. «Non ci ho pensato due volte, quando lho visto correre mi sono gettato dietro». Inseguito e fermato. Qualche minuto e Palmeri convince quel milanese che imbrattare è sbagliato, «Se lavesse pulito - gli ho detto - non lavrei denunciato». Okkei, indietro con fazzoletto imbevuto dacqua per cancellare i graffiti. Ma le telecamere hanno registrato la scena madre, quella del misfatto: i ghisa arrivano di volata e staccano la multa, 208 euro da pagare entro cinque giorni.
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