Politica

La scuola islamica: «Riprendiamo le lezioni»

I genitori vogliono far rientrare i figli nell’istituto. Il Comune: «Un affronto alle istituzioni»

Augusto Pozzoli

da Milano

Ai genitori egiziani che minacciavano di far rientrare i figli nei locali della scuola di via Quaranta è stata proposta una soluzione di mediazione: una scuola «autorizzata», da attivare in una sede idonea, con insegnanti in possesso di adeguato titolo di studio e programmi «compatibili» con quelli italiani. Una soluzione ufficialmente proposta dalla direzione scolastica regionale, dopo aver ricevuto la lettera in cui si comunicava la volontà di riaprire via Quaranta e dopo aver constatato che l’ingresso di 30 figli di egiziani in scuole statali era praticamente fallito: solo due ragazzini si erano presentati ieri mattina alle lezioni. «Spero che questa sia una soluzione che verrà accettata – ha commentato Antono Zenga, il vicedirettore scolastico regionale che sta direttamente trattando l’intricata vicenda –. Non vedo altra via d’uscita. La nostra è una proposta pienamente legale a cui non si dovrebbe dire di no».
Una mediazione, insomma, anche per non fare precipitare le cose. «Trovo sconcertante – ha comunque commentato l’assessore comunale all’educazione Bruno Simini – che queste persone si siano permesse di minacciare di riattivare una scuola dichiarata inagibile. Un affronto alle nostre istituzioni. A questo punto spero soltanto che rivedano la loro posizione e che rientrino su una strada di legalità».
Domani mattina i genitori egiziani si riuniranno nuovamente in via Quaranta e a loro il consigliere comunale Sandro Antoniazzi sottoporrà la proposta della direzione scolastica regionale: «I locali per aprire una scuola autorizzata ci sono – dice –. È dunque possibile in breve tempo costruire un percorso che tenga conto delle nostre regole e allo stesso tempo salvaguardi la domanda di avere un’istruzione che rispetti l’identità d’origine». In pratica questo significa riprendere il progetto di iscrivere i ragazzini delle medie in alcune scuole statali milanesi già individuate, e per le elementari aprire una scuola autorizzata con programmi «compatibili» a quelli italiani. Una scuola in cui ogni anno gli alunni dovranno comunque sostenere regolari esami di idoneità alla classe successiva. Un progetto alla cui realizzazione, secondo il consigliere Antoniazzi, avrebbero dato la loro disponibilità alcuni insegnanti italiani pensionati. Una proposta a cui sarà difficile dire di no.

Perché in alternativa si aprirebbe un braccio di ferro che non si sa quale esito potrebbe avere.

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