La scuola «Leonori», l’esempio di Acilia per un’integrazione non solo sulla carta

La scuola «Leonori», l’esempio di Acilia per un’integrazione non solo sulla carta

Imparare a migliorarsi guardando al futuro rimane una sfida stimolante e complessa, a tutti i livelli. Lo è per i giovani ma anche per quanti hanno mantenuto con gli anni una buona scorta di entusiasmo. È prioritario per chi fa della qualità la sua missione e per chi, meno prosaico, chiede a se stesso e al mondo una seconda possibilità. La formazione, è innegabile, è uno dei pilastri su cui poggia il settore pubblico in tutte le sue espressioni; una buona formazione è un traguardo che in tanti, nel Lazio, stanno cercando di non perdere di vista.
Cominciamo dal micro, dai banchi di Acilia, da quelli dell’istituto comprensivo «Aristide Leonori». Dove a nessuno è andata giù l’etichetta sbrigativa di scuola di periferia «a rischio» e dove si è lavorato per trasformarsi in un punto di ritrovo culturale per i giovani della zona, fino a superare le previsioni più rosee. Oggi il Leonori è un faro nell’integrazione degli alunni diversamente abili, riconosciuto come centro di avanguardia e istituto di riferimento a livello regionale. Ma è anche un polo di sperimentazione nazionale per le attività in ambito musicale, tiene corsi per il rilascio di certificazioni linguistiche (Delf e Ket) e nel 2008 è stato premiato dall’Unione Europea per la sua vocazione internazionale.
Non guardano così lontano i «Nonni su Internet». A loro basta imparare a utilizzare la posta elettronica e, perché no, a pagare le bollette o ordinare la spesa da casa. Da oggi al 2001, anno di avvio del progetto da parte della Fondazione mondo digitale, sono stati oltre 6mila gli anziani che hanno preso confidenza con il web e ottenuto il tanto agognato diploma. Oltre 3mila, invece, i giovani coinvolti come tutor in questo corso di alfabetizzazione informatica per over 60, che da poco si è arricchito di un’affollata comunità virtuale in cui gli ex allievi possono scambiarsi suggerimenti e risolvere le difficoltà telematiche di ogni giorno.
Frequentano invece le lezioni delle facoltà di Giurisprudenza, Economia, Lettere e Filosofia i 40 detenuti del carcere di Rebibbia che aderiscono al progetto «Ancora chance» promosso dall’università di Tor Vergata. Si tratta di un’iniziativa unica nel suo genere a livello nazionale che, tramite la teledidattica, permette agli iscritti di seguire le stesse lezioni tenute nell’ateneo e di avere a disposizione un’attività di tutoraggio, sia a distanza che in presenza, incluso quello relativo alle questioni amministrative quali l’immatricolazione, la gestione degli esami e il piano di studi. È inoltre prevista la possibilità di una biblioteca multimediale qualora il numero degli iscritti dovesse aumentare.
Infine, a livello macro, rientra in questa categoria anche il Comune di Roma, una «megamacchina» con circa trentamila dipendenti sparsi in numerose sedi. Che ha sfruttato il web per dare vita a «Marco Aurelio», un portale con lo scopo di qualificare ed elevare la professionalità dei lavoratori.

Una piazza virtuale, vista l’impossibilità di riunirsi tutti insieme in una reale, dalla quale è possibile accedere a servizi di e-learning, come per esempio il corso per la Patente europea del computer, banche dati e sessioni personalizzate. Un’opportunità a distanza e in espansione che, col tempo, è diventata un punto d’incontro a portata di mouse, su cui cliccare dopo che la fila allo sportello si è sfoltita.

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