Scuola, trasporti e sanità: i lombardi pagano 143 euro in più

Scuola, trasporti e sanità: i lombardi pagano 143 euro in più

Una famiglia in Lombardia paga di più per la scuola, per usufruire del medico, per l’autobus, per le lavanderie e per mille altri servizi. Paga di più rispetto a una famiglia francese o tedesca. Paga anche di più rispetto a una famiglia romana, bolognese o siciliana.
Paga più di tutti per farla breve. E non si tratta di spiccioli, bensì di 143 euro all’anno per ciascuna delle quattro milioni di famiglie lombarde. Lo certifica uno studio della Confartigianato fatto attraverso l’Osservatorio imprese che tira la somma e dichiara che in Lombardia per usufruire dei servizi come appunto scuola o medico passando servizi postali si sborsa su base annua ben 614 milioni di euro in più rispetto agli altri paesi europei. Non solo. Risulta anche che in Lombardia rispetto alle altre regioni italiane paghiamo di più per autobus, treni, taxi e anche per usufruire di servizi di supporto per la cura della casa. E nel capoluogo? Sottolinea il presidente di Apa Confartigianato imprese Milano e Monza-Brianza, Giovanni Barzaghi, «il differenziale di inflazione con l’eurozona comporta una maggiore spesa annula di 207,3 milioni di euro per servizi domestici, medici, trasporti, comunicazione, servizi ricreativi e sportivi e per l’istruzione. Ogni famiglia di Milano paga 113,7 euro all’anno in più rispetto all’area euro». Con il decreto Monti sulle liberalizzazioni, forse qualcosa potrebbe cambiare. «Il testo uscito dalle Commissioni ha accolto qualche nostra istanza ma non è sufficientemente incisivo rispetto ad alcuni comparti come credito, assicurazioni, professioni, utilities - afferma Barzaghi -, ma mi auguro che le decisioni prese siano in grado di rendere il mercato dei servizi più efficiente».
Un’inflazione dei prezzi più alta - e in modo così marcato - rispetto all’area euro nel territorio lombardo come spiega lo studio di Confartigianato può essere un segnale di «basso livello della concorrenza». Mettendo a confronto l’inflazione registrata in Italia con quella nella regione per ogni divisione di spesa che comprenda servizi si osserva che in Lombardia è quasi sempre più elevata della media, in modo marcato sui trasporti (il 7,8% contro il 7,1). E la maggiore inflazione in Lombardia, ribadisce il presidente, «equivale ad una spesa maggiore su base annua di 614 milioni di euro, pari a 143 euro all’anno per ciascuna delle oltre quattro milioni di famiglie».
Lo studio entra nel dettaglio, mettendo a confronto la dinamica dei prezzi delle diverse divisioni di spesa per i servizi anche per i capoluoghi di provincia. Si scopre così un differenziale con l’Eurozona particolarmente elevato a Como, dove + pari all’1,5%, a Lecco dove è pari all’1,1 e a Lodi (allo 0,8 per cento). Un’extra-inflazione dovuta in parte a una minore concorrenza con la conseguenza di una spesa annua più elevata per tutte le famiglie lombarde con la sola eccezione di Pavia. Le più «sfortunate» sono quelle di Como, con 60 milioni di euro in più (equivalente a 239 euro all’anno per famiglia) seguite da quelle di Lecco, con 26 milioni di maggiore spesa (185 euro all’anno), Mantova (28 milioni, 164 euro a famiglia), Lodi (dove l’aumento è di 12 milioni e dunque 129 euro).

La classifica prosegue con Cremona (128 euro a famiglia), Brescia (120 euro) e Milano (114 euro per famiglia in più). In fondo alla lista Bergamo (81 euro in più a famiglia), Varese (78 euro). Pavia, appunto, si distingue come l’unica a registrare differenziale rispetto all’Eurozona nullo.

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