Scuole bocciate: tanti soldi, poco profitto

Roma è sesta per spesa ma sicurezza e igiene lasciano a desiderare Ed è record di respinti

Ci sono voluti 150 anni per fare una radiografia delle scuole italiane e scoprire che quelle della Capitale non se la passano molto bene. Per la prima volta dalla sua nascita, 150 anni appunto, è uscita una ricerca sulla qualità dell’istruzione per vedere qual è la città con il migliore sistema scolastico. Centocinquantadue indicatori e non poche sorprese. Quali? Le scuole della provincia di Forlì-Cesena, in una classifica di cento, si aggiudicano il primo posto e Roma è solo al 46esimo posto.
Eppure il rapporto che è stato curato e presentato ieri a Roma dal mensile specializzato «Tuttoscuola», alla presenza anche del viceministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico, rivela che lo Stato investe molto per la formazione capitolina. Siamo, infatti, la sesta città per spesa degli enti locali nell’istruzione e addirittura la prima Regione: il Lazio è quella che riceve fondi pubblici più delle altre. Anche se questi soldi non si sa dove vadano a finire, dato che dalla ricerca risulta che tra le scuole più povere d’Italia ci siano proprio quelle del Lazio. A sorpresa, infatti, la nostra Regione è al terzultimo posto per patrimonio delle istituzioni scolastiche (attrezzature didattiche, biblioteche, uffici) e la Capitale è al 66esimo posto. Il direttore di «Tuttoscuola», Giovanni Vinciguerra, spiega così questa incongruenza: «Evidentemente gli istituti romani spendono molto in spesa corrente».
Di certo i soldi non vengono usati per la sicurezza e l’agibilità degli edifici scolastici. A Roma meno di quattro scuole su dieci (39,1 per cento) ha la certificazione di agibilità statica e di prevenzione infortuni sul lavoro (36,6 per cento). Per non parlare della certificazione igienico-sanitaria: in questo caso, solo il 17,1 per cento degli istituti capitolini è in regola.
Tutti i fondi che gli Enti locali investono serviranno allora a formare i ragazzi? Nemmeno. Agli esami di maturità dello scorso anno, a Roma, la percentuale di bocciati è stata tra le più alte d’Italia. I dati rilevano che la Capitale è al 92esimo posto, su 100, per media di diplomati e anche le votazioni sono sotto la media.
Ma forse non è tutto perduto. Infatti Roma, solo dopo Milano, è la seconda in classifica per livello di scolarizzazione della popolazione, nel senso che chi vive e lavora nella Capitale ha alti titoli di studio.

Come si spiega questa contraddizione? «In questo indicatore - sottolinea Vinciguerra - vengono presi in esame il grado di scolarizzazione in più fasce d’età, non solo gli studenti del secondo ciclo». Come a dire che magari i ragazzi romani non se la cavano molto bene al liceo ma poi si rifanno all’Università.

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