Le scuole di Pieve e Sori «benedicono» l’arcivescovo

Lezione di umanità del cardinale che ha raccontato ai bimbi di sé

Le scuole di Pieve e Sori «benedicono» l’arcivescovo

Alla fine nessuna protesta. Niente striscioni anticlericali. Nessuna lettera di diffida alla preside Wanda Roveta. Soltanto una manciata di bimbi (quindici su centosei) non ha partecipato all'incontro con il cardinale Angelo Bagnasco. Sono stati portati, come normalmente era previsto dall'orario di lezione, al campetto sportivo di Pieve Ligure. Gli altri scolari delle elementari Gonzales e delle medie Golfo Paradiso hanno invece ascoltato con entusiasmo, facendo pure una raffica di domande, l'arcivescovo di Genova. Fuori dalle scuole che si affacciano sul mare, soltanto un gruppetto di genitori. Favorevoli a Bagnasco, più preoccupati per la mancanza del numero di alunni per la prossima prima media e conseguente imminente chiusura dell'istituto, piuttosto che delle polemiche scatenate da una email contraria alla visita dell'arcivescovo. In classe le maestre e le professoresse orgogliose dei loro alunni e dell'incontro con l'alto prelato genovese. Alla fine, quindi, Pieve Ligure ha accolto a braccia aperte Angelo Bagnasco, accompagnato dai preti della cittadina, e dal sindaco Adolfo Olcese che lo ha seguito per tutta la giornata fino al meeting con le istituzioni, ieri sera alle 21, alla società operaia di mutuo soccorso. Alla fine i bimbi si godranno i palloni donati dal cardinale. E lui appenderà nel suo ufficio in Curia disegni e poesie ricevuti dai piccoli di Pieve Ligure.
«È meglio smorzare le polemiche - ha spiegato il primo cittadino - l'importante è che si sappia che Pieve Ligure non è una cittadina intollerante. Anzi, siamo contenti di avere ricevuto la visita di una così importante personalità religiosa e istituzionale che ci ha fatto i complimenti. Siamo orgogliosi della visita del cardinale Bagnasco. Ci auguriamo che torni. E quando vuole lui. Noi lo attendiamo con grande rispetto, simpatia e devozione. Così come rispettiamo le idee di quei pochi genitori che non hanno voluto fare partecipare i loro figli all'incontro con il cardinale».
Dalla mancata protesta all'incontro nelle scuole.
Angelo Bagnasco ha raccontato dei suoi viaggi all'estero, pure in Afghanistan, senza menzionare la guerra. Ha parlato dei suoi genitori, di umile estrazione sociale. Ha spiegato la sua passione per la filosofia che lo ha portato all'insegnamento. Ha ricordato dei suoi incontri con Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Soprattutto il cardinale si è voluto attenere strettamente alle regole. Come aveva già fatto alla scuola genovese Galilei, non ha praticamente parlato di religione, ma ha parlato molto di se stesso, del suo cammino pastorale, di educazione, formazione, istruzione. Tutto qui.


Anzi, come la scorsa volta, non ha nemmeno benedetto le scuole. Non ha nemmeno fatto un segno della Croce. Soltanto mani giunte. Tanti sorrisi. Una bellissima lezione di umiltà che forse gli alunni non capiscono adesso, ma che in futuro comprenderanno molto bene.

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