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Se adesso non basta più lo sciopero generale La Fiom si inventa il "presidio permanente"

Dopo lo sciopero generale annunciato dalla Cgil, la Fiom propone una mobilitazione permanente ancor prima che il Senato discuta la manovra: "La crisi è usata per cancellare alcuni diritti fondamentali" Ma la Uil attacca: "E' solo propaganda. L'articolo 18 non è a rischio"

Se adesso non basta più lo sciopero generale 
La Fiom si inventa il "presidio permanente"

Roma - La manovra economica non è ancora arrivata al Senato. Non se ne conoscono ancora nel dettaglio i termini (passibili, come da Costituzione, di emendamenti). Eppure sui contenuti le polemiche non si placano. Tanto che la Fiom ha deciso persino uno sciopero "preventivo" proprio mentre i senatori vaglieranno il testo redatto dalla Commissione Bilancio.

"Il 5 e il 6 settembre, nei giorni in cui il Senato inizierà a discutere della manovra, chiameremo i cittadini, i giovani e i pensionati a riempiere le piazze d’Italia, compresa quella davanti a Palazzo Madama", ha detto Maurizio Landini, segretario della Fiom, in un colloquio con il Corriere della Sera. "Una manifestazione straordinaria che si accompagnerà alla mobilitazione permanente", minaccia Landini. Insomma, alla Cgil, nonostante nulla sia ancora deciso, non basta più nemmeno lo sciopero generale, che ha bisogno di essere rafforzato con una protesta più duratura. "La nostra manifestazione nasce per dare più efficacia allo sciopero generale", ha sottolineato Landini, che non si lascia sfuggire l'occasione per lanciare una frecciatina agli altri sindacati: "l’intesa con le altre sigle e Confindustria ha dato un’arma impropria al governo, la Cgil ora dica che è carta straccia".

Un'arma, appunto, che secondo il sindacalista avrebbe permesso all'esecutivo di forzare la mano, di usare la crisi anche per "cancellare diritti fondamentali" come l’articolo 18, l’abolizione implicita del 25 aprile e del Primo maggio, e della festa della Repubblica. Ecco quindi che per Landini non basta più nemmeno lo sciopero generale invita a una protesta attiva: "Il nostro obiettivo è cambiare il governo e le forme di lotta non devono limitarsi alla testimonianza". Questo ricordando, per fortuna, che "la Fiom è ovviamente contraria a ogni forma di violenza e vigilerà con attenzione su ogni possibile eccesso".

Una polemica nella polemica che ha suscitato l'immediata risposta della Uil. Il segretario generale Luigi Angeletti, sulle colonne di Repubblica, ha bollato il polverone alzato dalla Cgil - che nei giorni scorsi ha inviato alle altre sigle una lettera per rilanciare "un'iniziativa comune" - come "propaganda. Un modo per far vedere che ci sono". Angeletti inoltre sostiene che "l'articolo 18 non è rischio" e quello messo in atto da Fiom è solo un "tentativo di rimuovere la verità": "L'articolo 8 della manovra non è una minaccia per i sindacati. Le parti sociali in base alla manovra ora possono modificare le leggi: è il massimo del potere sindacale! Ora possiamo fare accordi con maggiore flessibilità e meglio dello Stato", dice Angeletti

E la lettera della Cgil? E le iniziative comuni? "La Cgil dimentica che la spaccatura sindacale è nata quando non ha firmato la riforma del modello contrattuale nel 2009 e poi il contratto dei metalmeccanici, sul commercio e gli statali", ricorda la Uil, "La spaccatura sindacale è nata per colpa loro.

Il governo in tutto questo non c’entra".

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