Un'altra noiosissima settimana senza il vecchio Josè, squalificato e muto. Tutti a rincorrere qualcuno a caso che dice che il campionato è ancora lungo, oppure che ogni partita sarà una finale, che non bisogna guardare la classifica delle altre, che invece è arrivato il momento di guardarsi in faccia, che il lavoro paga. Poi ci si lamenta se la gente non va allo stadio. Allora per vivacizzare la faccenda ecco che appare qualcuno che inizia a dire che così non si può andare avanti, che le piccole sono sempre più penalizzate, che quasi quasi ritira la squadra, che è sempre stato zitto ma adesso è arrivato il momento di parlare. E quando lo inviti a farlo ti addormenti prima ancora che inizi. Non è una sviolinata a Josè, non è uno sciabordio a pagamento, è che se lui non parla siamo tutti nella palta. Gia detto? Sì, già detto. Josè potrebbe dire che andando ad Appiano ha trovato il semaforo rosso e il giorno seguente i titoli sui giornali lo darebbero in contrasto duro contro la polizia municipale. Replica del Prefetto, controreplica dell'opposizione, dibattito, tre ore di trasmissione con tavolata di colleghi seduti uno al fianco dell'altro come nell'ultima cena e magari fosse l'ultima. Poi le opinioni degli opinionisti, un intervento da Londra che fa sempre figo e uno da Oporto, inutile. Quindi le testimonianze. Un vicino di casa che lo ha visto almeno in un paio di occasioni attraversare con il rosso, un altro che non lo conosce ma gli sembra una brava persona e l'immancabile imbecille che dichiara di non poter dire niente di male, bravissima persona. Il giorno seguente un quotidiano a caso ha scoperto i precedenti e li pubblica.
Quella volta che Josè se la prese con la macchinetta del caffè, quell'altra in cui perse la pazienza davanti a un distributore di gomme. Il terzo giorno uno fa: veramente ha solo detto che ha trovato il semaforo rosso...Sì, ma è come lo ha detto. Voglio dire: se Allegri avesse fatto il segno delle manette, chi se lo filava, Allegri?
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