Se il cinema pone questioni di diritto

Abituati, come siamo, a considerare il cinema, principalmente, come strumento di pura evasione (cinepanettoni docet...), ci dimentichiamo che, a volte, è proprio grazie a prodotti del grande schermo che si viene a conoscenza di situazioni ben più serie; di quelle che, di solito, guardiamo frettolosamente se proposte in televisione o sui giornali.
Quante volte, ad esempio, ci siamo posti il problema del diritto internazionale e delle spinose questioni che ruotano intorno alla sua applicazione? La rassegna dal titolo Diritti cinematografici organizzata dal Comune di Milano, in cartellone, al Cinema Gnomo, da oggi e per ogni mercoledì fino al 19 marzo, ruota attorno alle problematiche che, in questi ultimi anni, hanno richiesto l’attenzione più grande non solo degli Stati ma anche della pubblica opinione internazionale.
Si comincia, questa sera, alle 20.30, con il bellissimo No Man’s Land di Danis Tanovic (tema: diritto internazionale dell’uso della forza) per passare, tra sette giorni al cruento Hotel Rwanda di Terry Gorge (diritto internazionale penale).

Il 5 marzo sarà la volta di Road to Guantanamo di Michael Winterbottom e Mat Whitecross (stati di emergenza e terrorismo internazionale) mentre il 12 spazio al documentario Una scomoda verità di Davis Guggenheim (diritto internazionale dell’ambiente). Si chiude il 19 con il meno conosciuto Vai e vivrai di Radu Mihaileanu (diritto internazionale dei rifugiati).

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