Si dà un volto nuovo per il teatro, e a due anni di distanza torna sulla piazza milanese: il musical La Divina Commedia approda al Teatro Nuovo dal 6 al 18 aprile (ore 20.45, ingresso 45.38 euro, info: 02-794026) in veste certamente meno sontuosa di quando esordì ma, a quanto sostiene il regista Maurizio Colombi, «molto più omogenea». Non è esagerato parlare di vera e propria rinascita. L'impresa di portare in chiave musicale e scenica il capolavoro immaginifico di Dante Alighieri è stata, fin dall'inizio, fortemente suggestiva ma rischiosa: nel tentativo di rimanere fedele alle pennellate letterarie del sommo poeta, infatti, La Divina Commedia si diede i numeri del kolossal. «E fu effettivamente tale - spiega Colombi -. Era uno spettacolo dal budget milionario, con costumi ricchissimi, maschere disegnate dal premio Oscar Carlo Rambaldi, il padre di E.T., effetti speciali visivi tridimensionali e una scenografia amplissima fatta su misura dei grandi spazi. Difatti a Milano passò nella primavera del 2008, al PalaSharp. Insomma, era un blockbuster teatrale che però, nel tentativo di riprodurre tutti i momenti salienti dell'opera letteraria, finiva per perdersi in mille astuzie visive, perdendo la sua cifra musicale». Le musiche composte da monsignor Marco Frisina e il libretto di Gianmario Pagano finivano per diventare uno dei molti elementi, incastonati fra un cast di 24 cantanti, 20 ballerini, 10 acrobati, cambi di scena a vista spettacolari su un palcoscenico di 500 mq, videoproiezioni in alta definizione digitale, e più di 600 costumi. Insomma, un'ipertrofia circense che Maurizio Colombi ha, per convinzione e necessità, riportato a dimensione teatrale: «E dire che, già quella prima volta la produzione mi aveva cercato per fare la regia - rivela Colombi, reduce questo inverno dalla direzione del musical sulle musiche dei Queen We Will Rock You, versione italiana di un successo internazionale, attualmente in scena a Londra -. Ero però impegnato con il musical Peter Pan, e dovetti declinare. Oggi ho cercato di rendere La Divina Commedia più aderente al valore del testo e alle musiche, di conseguenza anche alle voci degli interpreti». I due atti della prima versione diventano tre nel nuovo adattamento, le musiche sono registrate ma, anticipa Colombi, «per il prossimo anno sto lavorando a un riadattamento delle partiture per orchestra, di almeno sedici elementi». Anche il cast è rinnovato: il Dante del 2008 Vittorio Matteucci cede il passo a Vittorio Pari, Beatrice è interpretata da Mariangela Aruanno, Virgilio ha il volto e la voce di Alessandro Castriota Scaderbeg, Lupo Janelli è Ulisse. «A Roma - rivela Maurizio Colombi - abbiamo riscosso un successo sinceramente imprevisto. Mi ha colpito la reazione dei giovani, soprattutto degli studenti, forse perché conoscevano bene l'argomento. Virgilio, poi, è un personaggio popolarissimo tra di loro. La sfida di un'opera come questa è in effetti nella struttura complessa. In Italia, poi, il grande pubblico intende il musical come qualcosa di leggero, preferisce storie affidate a brani già conosciuti. Ecco perché il responso è stato oltre ogni aspettativa. Evidentemente Dante ha sempre un fascino fortissimo, e questo è una bella sorpresa». Maurizio Colombi non vive di solo musical ma si può dire che ci ha preso gusto: «We Will Rock You è stato un successo - spiega -. Lavorare con gli inglesi e soprattutto con Brian May dei Queen è stata un'esperienza pazzesca, a tratti surreale. Quando aveva bisogno di mostrarmi qualcosa mi chiamava a Londra: semplicemente, mi spediva il jet privato. Tutto facile per lui.
Ora ho diversi progetti: a metà aprile a Torino porterò in scena Heidi, lo show sulle musiche di Giovanni Maria Lori, dopodiché sto pensando a un'opera ispirata a una commedia di Shakespeare da affidare musicalmente a qualche artista italiano. Penso a Renato Zero o Zucchero».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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