Liberali dove siete? Siete a parlare di «umanesimo liberale» di ideali e di principi (quando va bene) o a parlare dell'inutilità di una manovra sostenendo che fra poco tempo saremo chiamati a farne un'altra. I «Re» del verismo del pessimismo.
Questi sono i liberali senza futuro, sono quelli che non hanno capacità di reazione Liberali (specialmente quelli che contano) abbiate il coraggio di dire cosi non va, non sono le liberalizzzioni delle farmacie, dei tassisti, o dell'ordine degli avvocati, o cose di questo genere a tirarci fuori dalla crisi. Occorre investire in progetti che sembrano quasi impossibili. Proviamoci. Proponiamo senza paura la deducibilità dal reddito di tutte le fatture passive per tutti i cittadini. Diamo questa possibilità e vedrete che il «nero» scomparirà velocemente.
Urliamo che umiliare i risparmiatori è un insulto, perché il risparmio è sempre stato la forza del nostro Paese.
Evitiamo che il risparmiatore si senta uno stupido. Gridiamo che aver fiducia nello Stato vuol dire aver fiducia in noi stessi. Lo Stato non deve tradire la fiducia come sta facendo nel caso dei capitali scudati. Quale fiducia a chi tradisce la parola data.
Diciamo che le imposte patrimoniali come formulate sono solo una palese ingiustizia. Colpiscono solo una parte della ricchezza e la più facile da individuare e quella già sottoposta a una infinità di balzelli. Diciamo che chi ha una pensione di 1500/2000 al mese non è certamente annoverabile tra i ricchi.
Diciamo che chi ha guadagnato con onestà per tutta la vita e ha raggiunto un grado di benessere anche importante non è un ladro ma è solo da imitare per i più fortunati.
Diciamo tutte queste cose senza riserve e senza paura e saremo veri liberali altrimenti siamo solo degli opportunisti che si nascondono per non avere coraggio delle proprie idee. Aspettiamo che qualche Cardinale o qualche Bersani lo dicano per noi.
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