Cronache

Se una scossa scatena l’ansia da fine del mondo

La terra ancora tremava quando è partito il tormentone web: "Inizia l’apocalisse". Non c’è scampo: tra calendario bisestile e profezia maya, è l’anno d’oro degli jettatori

Se una scossa scatena l’ansia da fine del mondo

Bisognava aspettarselo: la fine del mondo deve pur cominciare, in qualche modo, da qualche parte. Chi l’avrebbe detto che sarebbe partita da Reggio Emilia.
Per tutta una serie di beccamorti, è quasi un motivo di soddisfazione: le loro credenze parlano chiaro, il 2012 (pure bisestile, dannazione) è l’anno ultimo del pianeta Terra e dei suoi smodati abitanti. Appuntamento al 21 dicembre, come hanno ampiamente previsto sciamani e anacoreti della civiltà Maya.
Inutile allora affannarci in stupide domande, inutile scomodare la scienza: l’unica spiegazione a queste scosse di gennaio sta scritta nei libri magici e negli animi disturbati dei superstiziosi. È bastato scrollare un po’ la pianura Padana per scatenare su Internet i superesperti del ramo. Le notizie e le dietrologie sulle profezie del popolo pre-colombiano sono tra le più cliccate. Con l’aria saccente di chi ha tutto sotto controllo, pure la fine del mondo, ci comunicano quanto segue: il terremoto è un segnale, il segnale di start per il cosmico big bang prenatalizio, in data 21-12-2012. Adesso si tratta solo di metterci tranquilli e aspettare docilmente l’ineluttabile.
Per gli scettici, un’aggiunta doverosa: non c’è solo questo sciame sismico, a preparare il terreno. Proprio in questi giorni, segnalano i cultori, è in corso nell’universo un’eruzione solare da record. È ritenuta una delle più importanti e spettacolari dell’era attuale. Troppo importante e spettacolare per essere casuale, per non preludere a qualcosa di molto serio. E pazienza se gli scienziati di mezzo mondo assicurano che non abbiamo nulla da temere, che anzi ci godremo spettacoli indimenticabili di irripetibili aurore. Davanti alla miopia di questa scienza empirica, tutta tecnologia e niente mito, c’è una sola cosa da fare: ignorarla. È patetica.
Su Facebook svolgono la loro opera divulgativa diversi gruppi che sostengono l’incoraggiante teoria sulla fine del mondo. Si apprende, tra l’altro: «Stiamo devastando l’armonia naturale. La temperatura sta aumentando e non ce ne preoccupiamo. Questo aumento però provoca piogge anomale, con conseguenze di tifoni, tornadi, terremoti...». A livello di rigore scientifico siamo sullo spannometrico spinto, decisamente sono meglio quando pontificano di cabala e mistero: però questo è il loro momento, non li si può spegnere. Purtroppo, le conclusioni sono deprimenti: «La Terra si fermerà, la polarità si invertirà», e l’amato pianeta nostro riprenderà a ruotare, ma in senso inverso. In questo immane ribaltone, noialtri saremo più o meno scaraventati via per la tangente, come pidocchi scrollati da una bestia esasperata. Una fine orrenda.
Purtroppo, è da qualche anno, diciamo milioni di millenni, che cerchiamo di canalizzare la nostra fifa nera verso le ipotesi più stravaganti. Interpretare l’ignoto è un modo per esorcizzarlo, dicono, ma a me piacerebbe capire cosa ti esorcizzi leggendo in una scossa di terremoto a Reggio Emilia il segnale dell’epilogo totale. Più che esorcizzare, questa brava gente della superstizione prova il gusto perverso di seminare incubi e fantasmi nella nostra esistenza, già abbastanza precaria, già abbastanza rischiosa. Dettaglio forse trascurabile, ma indiscutibile: casualmente, questo genere di esercizio sadico porta vantaggi solo a chi lo pratica e lo divulga. La scrittrice Nancy Lieder, una a caso, sta rompendo l’anima da tempo con una sua interpretazione dei testi babilonesi: neanche a dirlo, gli studi portano alla beneaugurante conclusione che presto faremo collisione con il pianeta Nibiru, ormai diretto spavaldamente verso di noi, come se al timone ci fosse uno Schettino spaziale impegnato nell’inchino alla luna.
Inutile confutare. La Nasa stessa sta immettendo sul web tutta una serie di spiegazioni scientifiche che escludono la collisione e pure la fine del mondo, almeno questa immininente. Sforzi vani: il popolo della superstizione ha certezze incrollabili. Ci sono tutti i segnali che portano alla stessa conclusione: è l’inizio della fine.
Il nostro futuro, così, si ritrova con il fiato corto. Basta sogni. Ci resta solo qualche mese per vivere una vita piena o vuota, bella o brutta, vera o finta. La solita vita di sempre che ci piace vivere, cascasse il mondo. Poi però dovremo farcene una ragione e togliere il disturbo. Tutti in fila, a testa bassa, verso l’ignoto.

E l’ultimo che esce spenga la luce.

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