«Se tagliamo gli sponsor anche il Duomo rischia di restare al buio»

Piazza Duomo rischia di restare senza lo show di luci proiettate dalle vetrate della cattedrale. Uno spettacolo di colori che l’anno scorso ha lasciato a bocca aperta milanesi e turisti. Tanto bello, che il Comune ha deciso di ripeterlo a partire dall’inizio di dicembre, e grazie alla Fondazione Aem che festeggia cent’anni diventerà un’illuminazione fissa per la piazza. Il problema però, fa presente l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo che ha curato la regia del Festival Led - le luminarie di design che debutteranno all’inizio delle feste natalizie - è che le continue polemiche stanno scoraggiando gli sponsor. Prima c’è stata quella della Curia per l’albero di Natale in piazza Duomo «griffato» Tiffany. La gioielleria ai piedi dell’abete che in questi giorni gli operai stanno piazzando davanti alla cattedrale ha ricevuto il no di monsignor Manganini, arciprete del Duomo. Per far pace con la chiesa, il Comune ha rivisto il progetto e chiesto allo sponsor di aumentare la parte relativa alla beneficenza, dando un contributo anche alla Venerenda Fabbrica per il restauro della guglia maggiore. Dopo l’albero firmato Tiffany, sotto attacco è finita la «torre di luce» alta 22 metri che verrà accesa sempre in piazza Duomo. Collegata a un’esposizione della casa automobilistica «Audi» che sul festival Led investe 600mila euro. Ma l’installazione è stata bocciata questa volta dal sovrintendente Alberto Artioli: niente permesso perchè la ritiene inopportuna, svilisce la tradizione dell’albero, si inserisce in una piazza vincolata e fin troppo affollata dalle installazioni. Cadeo chiede di ripensarci, oggi presenterà una nuova versione dell’opera più decentrata. Ma avverte, «sono tutti progetti che si tengono in equilibrio economico: se qualche sponsor si tira indietro, dobbiamo ridurre qualche altra opera di luce». Senza torre (che «vale» 65mila euro), il Comune rischia di tagliare il contributo di 50mila euro per illuminare le vetrate del Duomo. Questa città, accusa l’assessore, «ha troppi padroni che però non rispondono a nessuno, a differenza della classe politica che se non altro al momento delle elezioni risponde alla gente». E ricorda che il festival Led costa 3 milioni ma si fonda per due terzi sull’aiuto di sponsor.

Di parere diverso il consigliere comunale del Pdl e presidente della Commissione Arredo urbano Fabrizio De Pasquale: «La richiesta di Artioli è ragionevole, in città c’è bisogno di un signor no che ogni tanto regoli l’occupazione sfrenata di piazza Duomo e altri luoghi di pregio. Il sovrintendente non è sottoposto alle logiche del consenso, peraltro, non mi sembra un “ayatollah“ della tutela». Semmai «su piazza Duomo spesso c’è poco coordinamento tra gli assessori».

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