Se la webvetrina in saldo diventa un affare per tutti

Nell'ufficio di Jacques-Antoine Granjon c'è una tigre. Ovviamente non vera, non viva, è un peluche, ma ti colpisce. Non riesci a capire cosa ci faccia lì e non puoi capirlo prima d'aver conosciuto il suo «padrone». Un personaggio fuori dal comune. Un grossista francese che dieci anni fa, quando il boom di internet non era ancora esploso, intuisce le potenzialità della rete e si lancia nell'e-commerce. Con sette soci, tremila euro d'investimento e uno stock di camicie, Granjon trasferisce vent'anni di esperienza nel destoccaggio in vente-privee.com, una vetrina interattiva, colorata, fresca e veloce. Senza quasi rendersene conto, inventa il primo social network europeo dello shopping di lusso a prezzi scontati e, in parallelo, sviluppa con stile e strategia il modello commerciale del B2B2C, business-to-business-to-consumer. «Per essere competitivi, bisogna offrire servizi esclusivi - afferma il webmanager -: per le griffe vente-privee.com diventa un canale distributivo due volte vantaggioso: smaltisce la merce in eccesso e ne cura l'immagine; all'utente-cliente, invece, propone articoli di ogni tipo, dalla moda ai viaggi, sempre firmati e scontati dal 50 al 70%; in più lo coinvolge in una vendita-evento esclusiva, seguendolo prima, dopo e durante l'acquisto».
Su questa doppia via, vente-privee.com si è fatto strada nel settore, raggiungendo nove paesi, 12milioni di contatti e 1200 marchi partner. Nel 2010 ha toccato 3500 vendite e 969 milioni di euro di fatturato (in crescita del 15 per cento rispetto al 2009). Numeri e dati che spiccano nel mercato globale e che potrebbero caricare di orgoglio Monsieur Granjon. Francese controtendenza, ne parla con sorprendente umiltà. Non si dà arie, non è arrogante, non fa nemmeno un cenno alla sua presenza all'e-G8 di due settimane fa. Potrebbe vantarsi d'esser stato invitato direttamente da Nicolas Sarkozy al summit dei big di Internet e d'aver chiacchierato con Bill Gates, Rupert Murdoch, Mark Zuckerberg di Facebook ed Eric Schmidt di Google. Invece niente, non una parola. Discreto e dedito alla sua attività, passa le giornate al computer, e, quando s'interrompe, lo lascia in standby, gira per la sua mega-ditta rosa shocking (formata da due complessi contigui: la sede madre, 125mila mq, ex-spazio delle tipografie de Le Monde, e la nuova Digital Factory, 3800 mq di area audiovisiva, la più grande d'Europa); o si ferma all'ingresso del suo ufficio, davanti alla tigre.
Ha una voce pacata, 50 anni, un fare cordiale e un aspetto lontano dal manager in giacca e cravatta. Camicia nera, jeans, scarpe di pelle a punta; capelli lunghi e sciolti. Senza perdere tempo, attacca a parlare di arte, idee e dei suoi 1300 ragazzi. E della tigre: «Amo l'arte e la compro in ogni sua forma: statue, poster, istallazioni, un king kong in alluminio e una revolver fucsia appesa al muro. Avrò un migliaio di pezzi, l'arte stimola la creatività». L'approccio ha del visionario, ma visitando il backstage di vente-privee.com prende concretezza. Divisi per aree, ruoli e competenze, 1300 esperti e futuri esperti in comunicazione, marketing, grafica, fotografia, design, moda, musica, trucco e parrucco lavorano a ritmo serrato per preparare i lanci delle vendite online. Le campagne sono realizzate internamente, grazie alle strutture iper-tecnologiche a disposizione, e create su misura per ogni brand (3500 i lanci nel 2010) dai ragazzi di Granjon. Che sono le giovani (30 anni in media) e multiculturali (40 nazionalità) risorse di vente-privee.com. «Punto, investo, formo e assumo trentenni perché Internet è rapido e loro sono svegli». Il concetto è chiaro e sul mercato funziona. I brand che scelgono vente-privee.com non smettono di crescere e così il numero dei cyber-clienti (7.300 nuovi utenti si registrano in media al giorno) e dei pacchi spediti (75mila, sempre in media al giorno). Passaparola online, iscrizione virtuale all'ingresso, conferma via mail e con un clic si entra a far parte di un mondo che ruota attorno alle «dritte» di Sofia Dell'Ambra, l'avatar dello staff che dal backstage manda messaggi al social network, cambiando, però, nome e lingua in base al destinatario. La nostra Sofia Dell'Ambra in Francia si chiama Cecile De Rossou. Sofia ama Prada, Cecile preferisce Chanel. Entrambe annunciano l'arrivo di ogni promozione con due giorni d'anticipo ed entrambe ne descrivono i termini. In genere le vendite durano quattro giorni e aprono una gara sfrenata.

Vince chi batte sul tempo la concorrenza e riesce a caricare sul proprio carrello l'oggetto del desiderio. Che sarà spedito allo scaltro e-shopper al costo fisso di 8 euro, indipendentemente da peso, volume e distanza. Un finale interessante.

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