Sea, parlano i tecnici del Comune: «Nessun contatto coi vertici di F2i»

Non basta l’audizione dei dirigenti comunali che hanno lavorato al bando per la vendita Sea a sgombrare i sospetti del centrodestra. «Le nubi non si diradano, anzi si addensano» è la conclusione del presidente della Commissione di controllo sulle partecipate Giulio Gallera, dopo un’ora e mezza di confronto con Mariangela Rimoldi e Michele Petrelli, rispettivamente direttore del settore Enti partecipati e Bilancio. Hanno seguito l’iter della gara vinta da F2i, sotto la lente della Procura dopo un’intercettazione del patron del fondo Vito Gamberale e un esponente del Pd che già a luglio avrebbe parlato di un bando cucito su misura. I dirigenti ricostruiscono tecnicamente le fasi, dalla prima gara andata deserta per Serravalle il 5 settembre a quella congiunta autostrade-scali finita a metà dicembre con l’unica offerta di F2i per un terzo di Sea a un euro in più della base d’asta. Garantiscono di non aver «mai avuto contatti e incontri prima e durante la gara» con il fondo di Gamberale. La Rimoldi solo come mediatore della conference call organizzata per mettere in contatto i tre potenziali acquirenti che avevano chiesto accesso alla data room e i manager delle società. Petrelli insiste sui «tempi strettissimi» per chiudere la gara e incassare i 340 milioni utili al Patto di stabilità, ragion per cui dopo il secondo bando deserto di Serravalle (il 28 ottobre) già il 9 novembre la giunta deliberò la gara congiunta, il 15 novembre ci fu l’ok del consiglio e due giorni dopo (il 17 novembre) veniva pubblicato il bando. «Abbiamo dovuto procedere in parallelo con la predisposizione tecnica degli strumenti, prendere in considerazioni piani b e c». Ma i tecnici non possono replicare a una fila di domande lanciate dal capogruppo Pdl Carlo Masseroli: «A novembre-dicembre non circolava già l’ipotesi di dismettere un altro pezzo di Sea per il Bilancio 2012, visto che tre mesi dopo è spuntata la vendita bis? Non avrebbe attratto più investitori internazionali allora mettere sul mercato subito il 51% massimizzando l’incasso? O c’è dolo adesso o ci fu insipienza allora». E se i tecnici non incontrarono F2i prima della gara continua a restare un mistero, sottolinea Gallera, quel dossier di 18 pagine inviato da F2i il 28 ottobre con un’offerta non vincolante per il 20% di Serravalle e il 18,6% di Sea, solo 8 ore dopo la gara deserta per la Milano-Genova. Il Pdl non molla, intende convocare i vertici Sea e se non basterà quelli di F2i e l’assessore al Bilancio Tabacci. Anche se la capogruppo del Pd Carmela Rozza avverte: «Non abbiamo nulla da nascondere ma non ci sono indagati sulla vicenda. Io sono sempre garantista, ma se qualcuno intende mettere in piedi un processo sulle aziende pubbliche, lo apriremo anche sulle altre carte in mano alla Procura, ad esempio sull’Aler». Nei giorni scorsi è stato iscritto nel registro degli indagati per turbativa d’asta il consigliere Pdl Marco Osnato, che è anche un funzionario dell’azienda di edilizia pubblica.
A parlare di un incontro con Gamberale, «ma a gennaio, dopo la gara», sono stati invece sia la capogruppo del Pd che quello del Pdl. Entrambi contattati dal patron del fondo. «Voleva presentarmi il fondo - spiega Carmela Rozza -, si è anche lamentato do prezzo e governance, un fatto che mi ha rassicurata sul lavoro che abbiamo fatto in consiglio».

Anche Masseroli, che oggi in aula presenterà la richiesta di una commissione d’indagine sull’affaire Sea (occorre il voto a scrutinio segreto della metà più uno dei presenti), riferisce: «Mi rassicurò che il nuovo azionista avrebbe partecipato con il pubblico a fare il bene del territorio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica