Cronaca locale

Sea, il sindaco ottiene il sì anche dall’Udc

De Corato: «Gli alleati hanno trovato la sintesi, come per le altre privatizzazioni»

Paella («Un po’ triste»), pesce e melanzane, crema con frutta. Coordinatori, commissari, capigruppo del centrodestra a colazione dal sindaco e, al posto del conto, una firma da mettere sotto il nuovo accordo. Per cedere la Sea sarà necessaria una nuova perizia sul valore base d’asta, patti parasociali quasi azzerati e cessione del 33 per cento anziché del 34. La diplomazia gastronomica del centrodestra sforna un altro patto per privatizzare la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Rientra la fronda dell’Udc che all’asta pubblica avrebbe preferito la Borsa, Gabriele Albertini incassa il via libera all’operazione e richiude nel cassetto la lettera di dimissioni. «Chiusura entro luglio? È solo una speranza - il suo unico commento - e non una possibilità». Sottile distinguo lessicale che testimonia come la sua fiducia nel consiglio sia ormai ridotta al lumicino. Anche se, per compiacere ai dubbi di partiti e consiglieri, il testo della delibera sarà rivoluzionato. «Il sindaco? L’ha presa molto bene», assicura il colonnello di An Ignazio La Russa. Soddisfatta la Lega (Giancarlo Giorgetti esce senza far dichiarazioni, ma mostrando il pollice alzato), sventato il blitz del commissario dell’Udc Bruno Tabacci, contenta An (De Corato: «La Cdl ha saputo trovare quella sintesi che anche in altre occasioni ha portato la maggioranza a superare difficili passaggi sulle privatizzazioni»), sereno l’azzurro Maurizio Lupi («La delibera è stata migliorata»).
Ora sul tavolo restano modifiche importanti e il dubbio se, a queste condizioni, Palazzo Marino troverà qualcuno disposto a comprare. «Noi - commenta Lupi - stiamo cercando un partner interessato allo sviluppo dell’impresa». Ma, almeno per il momento, disposto a rimanere fuori dalla stanza dei bottoni. Nessuna possibilità, dopo gli emendamenti e la tosatura dei patti parasociali, di entrare nel comitato esecutivo. Posti, in proporzione, solo nel consiglio di amministrazione e possibilità di parola unicamente in caso di discussione sullo scioglimento della società. Minori poteri anche con la quota limata al 33 per cento e prezzo base d’asta che sarà stabilito da una nuova perizia, probabilmente affidata a Mediobanca.
Tempi che si allungano. Ma il vicesindaco non ne fa un dramma. «Anche a settembre - spiega De Corato - ci sarà tempo per avviare importanti opere come il primo lotto della linea 4 del metrò, la Città delle culture, il canale per evitare gli allagamenti del Seveso, la manutenzione straordinaria di Quarto Oggiaro, l’ampliamento e la riqualificazione del Parco Forlanini».
Critico il centrosinistra. «Del futuro della Sea - attacca il capogruppo Ds Emanuele Fiano - si sta decidendo al di fuori del consiglio e della giunta in riunioni tra il sindaco e i segretari dei partiti che lo sostengono. Pochi giorni fa l’assessore Talamona, nella relazione introduttiva, ha difeso il valore dell’azienda così come valutato dai consulenti, il contenuto dei patti parasociali che conferivano al nuovo socio poteri di grande importanza e la scelta della quota del 34 per cento come pacchetto di vendita. Oggi scopriamo che la valutazione dell’azienda andrà ricalcolata da un nuovo consulente, che il contenuto dei patti parasociali sarà praticamente azzerato e che la quota messa in sarà il 33». Immediata la richiesta.

«La delibera non è più quella originaria, la giunta ne presenti una nuova, dandoci il tempo di verificare il peso dei cambiamenti».

Commenti