Una festa che Massimo Moratti non vorrebbe finisse mai. Cento anni vissuti alla grande, unica squadra nella storia del nostro calcio a non essere mai andata in serie B. E la festa non poteva essere che super con la Milano nerazzurra a celebrare un secolo targato Inter. I due giorni del «centenario», perché anche oggi nel campus Inter allArena la festa continua, sono iniziati ieri mattina al centro Facchetti di Interello con sfide tra le giovanili nerazzurre e i pari età di Real Madrid, Benfica, Ajax e Manchester (al posto del Celtic). Nel pomeriggio lo stato maggiore del calcio di casa nostra e le maggiori autorità cittadine si sono dati appuntamento a casa Moratti: risotto con la zucca e affettati, poi tutti a San Siro, nellombelico del mondo nerazzurro, dove la coreografia è stata di quelle che non si potranno mai dimenticare.
La più grande coreografia mai fatta che ha coperto quasi integralmente il primo e il secondo anello: i quattro mega stemmi della storia dellInter; una maglia nerazzurra grande col numero 100 stampato e poi quello sterminato striscione «1908-2008 cento anni in serie A» da far venire i brividi. Entusiasmo alle stelle, cori, «amala, pazza Inter amala» cantata a squarcia gola da uno stadio intero. Alle 16.45 è andata in scena la sfilata delle bandiere di tutti i paesi che hanno dato almeno un giocatore allInter, con 825 bambini (tra questi i nipoti di Picchi e Facchetti) a rappresentare gli altrettanti calciatori che hanno vestito il nerazzurro. Poi la partita con i giocatori con la speciale maglia con scritte in oro studiata appositamente per loccasione. Al termine, verso le 20, via allo spettacolo vero e proprio e con la sfilata di oltre 200 grandi ex. Da quelli degli anni 50 a oggi, cerano tutti, ma proprio tutti, chiamati al microfono e osannati dai tifosi. Bello vedere Fattori, Campagnoli, Savioni, Poluzzi, Mazza; la mitica Inter di Sarti, Burgnich, Bedin, Guarneri, Jair, Mazzola, Suarez, Corso (mancavano solo Picchi e Facchetti e quanta commozione a ricordarli); lInter dei record con Matthaus, Klinsmann, Brehme, Zenga, Ferri, Bergomi, Mandorlini, Fanna, Berti, Serena. E poi lInter a seguire con Zamorano, Sosa, Ze Elias, Bianchi, Pizzi, Fontolan, Paganin, Bia, Occhipinti, Altobelli, gli allenatori Orrico, Scala, Castagner, Simoni, Zaccheroni e Cuper. E tante scuse agli altri per non averli potuti citare tutti. E al culmine della serata ecco Adriano Celentano, venuto a celebrare la sua Inter con la memorabile Il ragazzo della via Gluck e una polemica contro le istituzioni milanesi: «non so, non so - canta il molleggiato - perché continuano a distruggere Milano». Poi il duetto con il presidente Moratti. Alle 22,30 il taglio della torta in piazza Duomo.
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