Oltre ai progetti istituzionali e al portale di Garanzia Giovani, in Italia sono nate varie iniziative per «stanare» i ragazzi né studio né lavoro. Una delle più efficaci è la campagna messa in atto in Lombardia da Fondazione Cariplo, che ha scelto Facebook per andare a scovare i giovani freschi di abbandono della scuola. "Prima di cercarli - spiegano i responsabili del progetto - abbiamo chiesto agli operatori del non profit quanti posti di lavoro potessero mettere a disposizione, per abbreviare i tempi di attesa e mettere subito in pista i ragazzi. Ad oggi abbiamo impiegato quasi mille giovani in tirocini retribuiti". L'iniziativa ha riscosso parecchio successo e, in qualche caso, sono state le mamme (o addirittura le nonne) a inviare il curriculum dei ragazzi per schiodarli dal divano. "Mi sento rinato - confessa Simone, 18 anni - ho studiato per fare il carrozziere, a lungo andare stare a casa è pesante, ti senti sempre addormentato e stanco senza fare niente. Ora che lavoro vado a letto soddisfatto".
A Torino c'è un luogo dove i giovani uniscono studio, lavoro e formazione: è la Piazza dei mestieri, una fondazione aperta nei locali di un'ex conceria che offre corsi e occasioni immediate di lavoro. E poi sono scesi in campo i big. A cominciare da Google. L'azienda, in collaborazione con ministero del Lavoro e Unioncamere, ha messo in cantiere tremila tirocini retribuiti, ognuno di 50 ore. Obiettivo è trasformare i Neet in digitalizzatori, di fatto "inventando" una nuova professione: i ragazzi impareranno a traghettare le piccole e medie imprese nel mondo della comunicazione e delle vendite in line, aiutando a recuperare quel gap con il resto d'Europa che penalizza gli affari dei nostri imprenditori.
In Italia sono il 6,5% delle imprese vende on line, mentre in Germania compra su internet l'80% della popolazione. Insomma: i divanati possono diventare una risorsa per il paese e possono contribuire anche allo sviluppo delle professioni del futuro.MaS
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