Paolo Giovanelli
da Milano
La Commissione europea ha chiesto a Suez e Gaz de France di fare più concessioni nellambito del gas in Belgio per dare il suo via libera alla fusione, in particolare Bruxelles ha chiesto la cessione di Distrigaz che vale circa il 35% del mercato belga del gas. E un comunicato di Gdf ha subito affermato che «è stato preso atto del fatto che i rimedi da apportare nel settore del gas in Belgio dovranno essere verosimilmente più estesi di quelli che erano stati inizialmente proposti».
A tener banco ieri era però un altro aspetto della vicenda, che ha molti aspetti curiosi: la notizia, diffusa dal quotidiano francese Les Echos, secondo la quale il miliardario francese François Pinault aveva raggiunto un accordo con lEnel per lanciare unOpa su Suez. Pinault era pronto a investire 18 miliardi di euro per rilevare le attività nel settore dellacqua e dellambiente, lasciando allEnel quelle dellenergia: una mossa identica a quella programmata la primavera scorsa, che vedeva però come alleato dellEnel la francese Veolia. Di nuovo rispetto al vecchio scenario cè che, secondo Les Echos, Pinault sarebbe disposto ad andare avanti da solo attraverso la sua finanziaria Artemis: una posizione che ha tutta laria di una forma pressione su Enel perché scenda in campo. Ipotesi però che lascia qualche dubbio.
Il gruppo elettrico italiano oggi non vuole infatti muoversi: «È unipotesi del passato, oggi non è più di attualità» ha detto un portavoce. È bastato larticolo del giornale francese per far salire le azioni di Suez oltre quota 35 euro, figuriamoci se Enel dovesse ripetere lerrore di dichiarare di voler andare allattacco. Così, per il momento, la società italiana sta alla finestra: «Senza un accordo del governo francese non lancerà nessuna Opa» affermano fonti vicine al gruppo. E Parigi pensa solo ad alzare barricate anti-Opa con la fusione Suez-Gdf, facilitata dalla nuova legge che permette allo Stato di scendere in Gaz de France. Tra laltro, la fuga di notizie su Pinault è stata anche interpretata come un modo per avvertire il Parlamento francese che i nemici sono sempre «alle porte» e che bisogna stringere i ranghi per arrivare alla fusione. Ma anche questa ipotesi fa acqua.
E infatti che la fusione si faccia non è poi così sicuro. La sinistra ha rilanciato la sua battaglia contro la privatizzazione di Gdf, mentre parte degli azionisti di Suez continua a essere critica. Tantè vero che il Financial Times nota un altro aspetto curioso: il momento in cui sono state pubblicate le indiscrezioni su Pinault farebbe pensare che siano uscite su ispirazione dellEnel. Oggi infatti il premio di concambio per gli azionisti di Suez si è ridotto a meno del 3%, contro il 7,6% di giugno e il 10,7% di febbraio. In altri termini: laffare Suez-Gdf è pessimo per gli azionisti di Suez. Ovvero: lOpa di Enel sarebbe stata molto meglio. E adesso potrebbe arrivare con lappoggio del finanziere «francese Doc», François Pinault. Uninterpretazione «furba», ma forse anche non del tutto inattendibile.
E allora, se è vera questa interpretazione, i giochi su Suez sono tuttaltro che conclusi, anche se il governo di Parigi è ben deciso a chiuderli per davvero. I prossimi mesi ci diranno come è destinata ad evolversi la vicenda, pur tenendo presente che Bruxelles, da quanto si vede, sembra intenzionata a fare interventi solo marginali e a chiedere contropartite limitate, come Distrigaz. Spianando così la via alla fusione.
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