Luciano Gandini
Verrebbe da dire che in Carignano anche gli alberi devono pagare la zona blu, considerato che sono posteggiati allinterno della nuova segnaletica che tante polemiche sta creando in questi giorni. Verrebbe anche da riderci su, perché ci sono alberi che, invece, sono più fortunati e non sono stati ricompresi all'interno delle strisce blu e probabilmente riescono a risparmiare 25 euro l'anno. Verrebbe anche da scherzarci, se non fosse per il fatto che gli abitanti, invece, sono decisamente arrabbiati. Basta spostarsi di pochi metri per verificare che i criteri seguiti da chi ha materialmente dipinto l'asfalto di blu sono totalmente contradditori: a volte prevale il ligio rispetto del codice della strada, altre volte prevale il buon senso, in altri casi non si sa bene cosa si è deciso di privilegiare, se l'albero o il residente. Percorrendo Viale Aspromonte le contraddizioni sono evidenti. Nel primo tratto sono stati segnati i singoli posti auto, con tanto di linee di confine tra un posto e l'altro. Risultato: dove prima ci stavano tre macchine, ora ce ne stanno due. Nei trenta metri dove è stato seguito questo principio, le macchine che prima potevano parcheggiare e che ora devono cercarsi un altro posto sono, facendo due conti, oltre quindici.
Proseguendo il criterio cambia. I residenti della seconda parte di Viale Aspromonte, dall'altezza di viale Villa Glori fino a Villa Croce, possono ritenersi fortunati: qui la striscia è una sola e continua. Non sono stati, infatti, segnati i singoli posti, ma solo l'intera area. Risultato: qui i posti sono grosso modo rimasti quelli di prima. Ci sono anche alcuni casi dove la «Blu Area» ha un vero e proprio potere taumaturgico: sono state individuate delle zone dove se lasciavi l'auto prima dell'attuazione del provvedimento, la multa era pressoché automatica; ora, invece, la multa è magicamente sparita per lasciare posto al blu dipinto di blu. Ma in Carignano accade anche un assurdo, che nelle altre zone della città non si era mai visto: le linee blu non interessano solo l'asfalto, ma anche i marciapiedi. Basta passare per corso Mentana, lato Ospedale Galliera per verificarlo. L'area per le auto è delimitata da targa a targa e questa delimitazione «taglia» in due il marciapiede. L'obiettivo qui è comprensibile: fare in modo che le auto non si attacchino al muro e consentano il passaggio dei pedoni. Risultato? Obiettivo non raggiunto, anzi, lo spazio tra striscia e muro consente il passaggio di un pedone piuttosto atletico e specializzato in corsa ad ostacoli, non parliamo poi di carrozzine o carrozzelle. Senza contare l'orrendo impatto estetico di una striscia blu che divide longitudinalmente il marciapiede di un viale alberato, ma non perdiamoci in disquisizioni artistiche. Già, perché anche in questo caso il criterio non è affatto uniforme. Fortunatamente.
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