da Palermo
«Mia sorella non è stata segregata da nessuno. È stata punita da mio padre perché ha speso pub tutti i soldi, circa 800 euro, che le aveva lasciato per pagare laffitto e le bollette. Lei invece ha speso i soldi nei pub e con gli amici». Così Mehdi Saidi, fratello di Maara, la ragazza tunisina che laltro ieri a Palermo ha chiamato i carabinieri per essere liberata nella sua abitazione, indica la sua versione dei fatti in unintervista al Tg3. «Mio padre - aggiunge Mehdi Saidi - è un uomo docile. Nessuna violenza ha subito mia sorella né tanto meno, come asserisce, era rinchiusa da un anno. È successo invece che non ha saputo giustificare cosa abbia fatto dei soldi. Poi è uscita e labbiamo trovata in un pub a divertirsi. Tornando a casa è scoppiata una colluttazione e mio padre lha punita chiudendola in casa per un giorno. Tutto qui, altro - conclude - che segregazione. Lei forse vuol far passare questa storia, chissà perché».
Maara Saidi è stata dimessa si trova ospite in una casa-famiglia mentre il gip del tribunale di Palermo, Elena Gamberini, ha convalidato larresto del padre Romdhane S., 50 anniper il cugino delluomo, K.A., 48 anni. Entrambi sono accusati di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia.
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