Un segretario «scout» per l’arcivescovo

Don Marco Galli, ordinato sacerdote un mese fa, è molto vicino ai giovani

«Pronto? Don Guido Gallese? Mi chiamo Marco e sono uno Scout d'Europa del Genova 1. Sono stato alla route di Pasqua a Soviore e il responsabile don Sandro mi ha detto di telefonarle per chiederle di fare un cammino spirituale con lei. Potrei venire a trovarla?». È da queste battute di quasi 15 anni fa che parte il cammino vocazionale di don Marco Galli, divenuto sacerdote meno di un mese fa e ora nominato nuovo segretario di monsignor Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova nonché presidente della Cei.
«Non sarà un gioco da ragazzi! - dice don Guido che ha seguito in tutti questi anni il cammino di don Marco -. Essere il segretario del presidente della Cei significa girare come una trottola ed essere preparati a tutto, specie di questi tempi...».
Ma don Marco non sembra uno sprovveduto, il suo passato è già una garanzia. Scout e poi Capo Scout per tanti anni, è amante della montagna e sa bene quanta fatica possa volerci per giungere in cima alla vetta. Persona riservata e scrupolosa, metodica e tagliata sicuramente per gli studi. Ha un «curriculum» di tutto rispetto, con una laurea in Economia e Commercio con la Lode.
A molti, però, la decisione di Bagnasco di scegliere un sacerdote appena ordinato (e sconosciuto a molti) come proprio segretario ha stupito e ha lasciato quantomeno un po’ perplessi. Ma il legame che tiene unito monsignor Bagnasco a don Galli ha radici molto lontane. Per ritornare proprio a quella Route di Pasqua con la Comunità Scout di Soviore da Subiaco a Roma, da cui siamo partiti, eccovi l'accaduto. A celebrare la Messa conclusiva è proprio monsignor Angelo Bagnasco, anch'egli fortemente radicato nella tradizione scout, allora vescovo di Pesaro-Urbino. Appena rivede Marco esclama: «Marco!!! Che cosa ci fai ancora in giro?». Passano due mesi e Marco fa sapere a chi lo segue che, nonostante vada tutto bene (fidanzata, lavoro...), sente la vocazione al sacerdozio. «Mi sembra di vivere la vita di un altro...». diceva agli amici, e così a ottobre del 2001 lascia tutto, ed entra in seminario.

A distanza di sei anni don Marco afferma che rifarebbe questa scelta senza pensarci due volte ed ora, con un po’ di apprensione, ma tanta generosità ed entusiasmo, si mette al servizio di quel don Angelo divenuto nel frattempo suo arcivescovo, pronto davvero a fare tutto ciò che gli viene chiesto per il bene della Chiesa. Avere questo incarico così oneroso non era neanche per l'anticamera del cervello, ma don Marco rinnova il suo «Eccomi», proprio come ha fatto don Angelo al momento della sua nomina a presidente della Cei.

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