La grande fontana di cui parla il regista Maurizio Nichetti è in realtà il monumento allo scultore Giuseppe Grandi, esponente della scapigliatura lombarda, che fu scolpito dal milanese Werther Sever e dal novarese Emil Noël Winderling, i quali nel 1930 vinsero il concorso indetto dal Comune di Milano. L'opera, inaugurata il 30 novembre 1936, è costituita da una statua in bronzo raffigurante un gigantesco uomo dall'aspetto primitivo che cerca ispirazione dalla natura, metaforicamente rappresentata da una cascata d'acqua scrosciante. Pochi sanno che nel sottosuolo del monumento si cela un ricovero antiaereo, uno dei primi eseguiti dal Comune di Milano. Era un rifugio pubblico, riservato alla gente sorpresa da un allarme aereo mentre era ancora lontana dalla propria abitazione. Poteva ospitare fino a 400 persone, accomodate su panche in legno.
Invece a proposito del San Francesco di piazza Risorgimento che accolse a braccia aperte l'infanzia del poeta Tomaso Kemeny, la sua posa avvenne nel 1925 ed è opera dello scultore palermitano Domenico Trentacoste, che per raffigurare il volto del santo, prese a modello i lineamenti di Cecilio Cortinovis. Nato nel 1885 a Costa Serina (Bergamo), Cecilio Cortinovis raggiunse il convento dei Frati Minori Cappuccini di Viale Piave nel 1910. Qui fu prima sacrista, in seguito portinaio del convento. E fu in quella portineria, che Fra Cecilio cominciò la sua opera di distribuzione di cibo, abiti e tutto quanto potesse servire ai bisognosi.
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