da Nuoro
Era uno dei simboli della lotta sindacale, ma anche il cantore degli operai. Era la voce della Barbagia. Giuseppe Marotto, per tutti Peppino, aveva 82 anni e ieri mattina è stato assassinato nel pieno centro di Orgosolo, il paese famoso per i murales che voleva togliersi il marchio di patria dei banditi.
Marotto, responsabile dello sportello pensionati del patronato IncaCgil, è stato freddato con sei colpi di pistola da un killer che gli ha teso un agguato mentre usciva dalledicola dove ogni mattina andava a comprare i giornali. Nessuno ha visto nulla, nessun testimone ha potuto raccontare quello che è successo alle 11 di un sabato mattina di fine anno. Lì vicino, nove anni fa, era stato trucidato il parroco orgolese, don Graziano Muntoni. Marotto è stato sorpreso allingresso delledicola di corso Repubblica, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Diversi colpi di pistola a distanza ravvicinata lhanno raggiunto alle spalle, per lui non cè stato scampo. È crollato sugli scalini del negozio. Inutili i soccorsi. Polizia e carabinieri sono arrivati pochi minuti dopo, ma il killer aveva avuto già il tempo di fuggire. Le indagini si presentano complesse: innanzitutto cè da stabilire il movente. Vecchie ruggini risalenti allattività sindacale o magari uno sgarbo alle persone «sbagliate». Poi cè lassenza di testimoni: le forze dellordine, fino a tarda sera, hanno sentito diverse persone ma pare che non siano stati forniti elementi utili.
Tutta la Sardegna conosceva Marotto, comunista orgoglioso, ma soprattutto le sue opere e i suoi ideali di emancipazione e di libertà. Ideali di giustizia sociale che gli erano valsi anche la galera e il confino negli anni '60 per tentato omicidio, reato di cui si era detto sempre innocente. Fine poeta nella sua lingua, aveva dedicato un canto anche alla Brigata Sassari al ritorno dalla prima guerra mondiale.
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