Sei Tempeste firmate al femminile

Il progetto curato dalle giovani diplomate del terzo corso della «Paolo Grassi»

Matteo Failla

Se si fosse chiesto ad un drammaturgo «navigato» di riscrivere un testo a partire da La tempesta di Shakespeare, sarebbe venuto alla luce un lavoro frutto dell’esperienza teatrale accumulata negli anni. Proporre invece un simile progetto a sei drammaturghe alle prime esperienze vuol dire dar vita a testi che portano con sé un potenziale creativo d’estrema attualità; è questo ciò che sta andando in scena nella Sala Teatro della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, nell’ambito dei saggi del terzo corso di drammaturgia.
Fino al prossimo 24 febbraio un team di drammaturgia tutto femminile, formato dalla brasiliana Ana Candida de Carvalho Carneiro, da Elena Cattaneo, Sarah Chiarcos, Margherita Monga e Viviana Salvati, presenterà al pubblico la propria visione del testo shakespeariano, nell’ambito del P.T. - Progetto Tempesta.
Sotto la guida di Renato Gabrielli, e l’aiuto nella mise en éspace di Maria Antonia Pingitore, ecco approdare in scena cinque rielaborazioni che prendono spunto da La Tempesta, affrontata però con personaggi diversi, con nuove storie e situazioni.
Già dai titoli di Progetto Tempesta si può intravedere il percorso di analisi «rivoluzionaria» compiuto dai ragazzi della Grassi: È tutto sporco nel Paese delle Meraviglie, della brasiliana Ana Candida de Carvalho Carneiro, Interno senza madre di Elena Cattaneo, Settembre di Sarah Chiarcos, La donna Palla di Margherita Monga e La leggenda del pianista smemorato di Viviana Salvati.
«Nel mio viaggio attraverso La Tempesta – afferma Ana Candida de Carvalho Carneiro -, mi sono subito appropriata del tema della colonizzazione e dello straniero. Essendo originaria del Brasile, un Paese che ancora soffre di problemi d’identità per via della sua storia di territorio colonizzato, mi sento anch’io un Calibano; e mi premeva raccontare la storia di altri Calibani».
«Il mio lavoro – afferma invece Elena Cattaneo - prende il via da una particolare indagine del rapporto Miranda-Prospero; ma non è una riscrittura del rapporto padre figlia della Tempesta, piuttosto è il tentativo di restituire alcuni principi di questo rapporto».
Ciascuna drammaturgia rielabora Shakespeare con pulsante creatività, ed in questa operazione, come nel caso di Sarah Chiarcos «l’isola diventa una cucina di una casa vissuta come stanza della memoria, un posto altro in cui la Donna naufraga», mentre per Viviana Salvati l’isola è forse Piano Man, il pianista smemorato che ha incuriosito il mondo dalla primavera all’estate 2005.

Ma c’è anche chi, come Margherita Monga, ha visto nell’isola un grandissimo corpo che diventa un mondo a sé, una Donna immensa che divora tutto quello che la circonda e che incontra due piccoli uomini-calibano. Strabilianti visioni di una drammaturgia giovane e femminile.

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