Roma

Sempre di più i posti letto da tagliare

Antonella Aldrighetti

Più mesi passano, più continua a crescere il numero dei posti letto da tagliare: a oggi sono diventati 5.760 e verranno soppressi nelle strutture sanitarie pubbliche, convenzionate, nelle residenze di riabilitazione motoria e lungodegenza (5.147 negli ospedali e case di cura, altri 613 nelle Rsa). Le sorprese però non si esauriscono con i numeri: aumenterà anche il contributo che gli assistiti dovranno rifondere agli istituti di lungodegenza.
Ma torniamo prima ai numeri per dire che, se i tagli ammontano a 5.760, questo valore non è assimilabile a 5.000 e basta, come invece sarebbe piaciuto far credere alla maggioranza ulivista, è pure di gran lunga superiore a quei 3.000 tagli che a giugno scorso sono stati annunciati dal governatore del Lazio Piero Marrazzo e che sono stampigliati sulla bozza del Dpefr. Siamo ormai a ottobre e, procedendo di questo passo, non è da escludere che, a fine anno, si arriverà a 6.000 tagli. Infatti dall’esame accurato dell’atto che sancisce l’entità dei posti letto da sopprimere viene fuori che sarà proprio la falcidia sulle degenze a stornare le risorse da destinare all’ospedalità pubblica e privata contando che «le addizionali regionali non sono ancora sufficienti al ripiano, si agirà sarà prodotto con il taglio dei posti letto che produrrà una riduzione dei costi sanitari pari a 1.465 milioni di euro di risparmio di cui 195 nell’anno in corso».
Mentre la giunta ulivista mette nero su bianco i propositi da attuare, individua la causa del ridimensionamento: «Il Lazio è storicamente caratterizzato da una disponibilità elevata di posti letto dovuta in grande misura alla presenza dei Policlinici universitari e delle grande istituzioni religiose». La puntualizzazione al perché conviene sforbiciare pur di produrre il risparmio necessario. Ecco allora come si attuerà l’«operazione mannaia»: nel 2009 si passerà ad avere 23.714 posti letto invece dei 28.861 attuali, per la lungodegenza e la riabilitazione se ne avranno 5.270 invece dei 5.883. Ma siamo sicuri che basterà disattivare tutti questi posti letto per coprire il famigerato disavanzo? La giunta Marrazzo mette le mani avanti e per non trovarsi sguarnita di “toppe”, all’interno del piano di riequilibrio, ci inserisce pure la rimodulazione diaria delle residenze sanitarie assistite (Rsa). Dall’entrata in vigore dell’atto in questione, la retta quotidiana verrà pagata al 50 per cento dal servizio sanitario regionale e per il restante 50 dall’assistito. Nessun codicillo che si basi su un conteggio più equo, basato sull’equivalente reddituale, tanto più che non vengono neppure menzionate le partecipazioni di altri enti locali al pagamento delle rette come invece stabilisce la normativa attuale. E con tutte queste novità viene spontaneo un quesito: si riuscirà a fare chiarezza sul numero dei posti letto da ridurre? «Il piano, segreto ai più, esiste e prevede il taglio di migliaia e migliaia di posti letto, ed è certo che - precisa duramente Alfredo Pallone capogruppo di Forza Italia alla Pisana - sia stato consegnato direttamente all’assessore alla Sanità da parte dell’Asp senza che gli stessi membri del consiglio di amministrazione ne avessero presa visione. Motivo che mi fa richiedere l’audizione in commissione Sanità del consiglio di amministrazione dell’Asp, per poi portare, qualora possibile, un testo condiviso in aula per l’approvazione».

Stesso atteggiamento anche per Tommaso Luzzi (An) e il senatore Domenico Gramazio (An) in qualità di membro del Cda dell’Asp assieme a Pallone.

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