Unimpresa sempre più allinsegna del colore rosa quella del Lazio. Secondo i dati di Unioncamere infatti, nella nostra regione le donne sono alla testa di unazienda su quattro: il 26,6 per cento contro il 23,9 per cento della media nazionale. E con un tasso di crescita che nellultimo anno è stato superiore rispetto a quello delle altre regioni italiane, tanto che nel Lazio le imprese al femminile sono cresciute del 2,4 per cento tra giugno 2005 e giugno 2006. Un incremento inferiore solo a Sardegna (più 2,6 per cento) e Lombardia ( più 2,5 per cento).
Oltre a essere in forte ascesa per quanto riguarda la gestione delle attività (su 366.560 imprese, nella regione quelle femminili sono 97.542), il gentil sesso si dimostra poi più dinamico degli uomini: il saldo di impresa, nel periodo considerato dallOsservatorio dellimprenditoria femminile di Unioncamere (che ha condotto la ricerca), recita infatti un più 2,4 per cento per quelle femminili a fronte di un più 1,9 per cento del totale. Interessanti anche i numeri relativi alle imprese gestite da straniere: un altro settore in espansione e in cui predominano cinesi e romene. Nel Lazio le aziende «rosa» di proprietà di extracomunitarie sono passate dalle 3.554 del 2005 alle 4.049 del 2006, con un incremento del 13 per cento. Le imprenditrici dagli occhi a mandorla sono cresciute del 19,1 per cento e quelle di origine romena del 24,7 per cento. Un vero e proprio boom quindi. Ed è sempre dalla Cina che arrivano le donne più dinamiche nellavviare unazienda: il 15,8 per cento delle imprese femminili condotte da straniere, nel Lazio, è di proprietà cinese. Al secondo posto si confermano le romene con l8,9 per cento, seguite da nigeriane (8,1 per cento) e marocchine (5,4 per cento).
Il trend di crescita del Lazio ricalca quello registrato a Roma e provincia. Nel territorio della capitale, a giugno 2006, le imprese le cui titolari sono donne extracomunitarie erano 3.144, cioè il 14,3 per cento in più rispetto a un anno fa. Di queste, una su cinque (circa il 19 per cento) fa capo ad una imprenditrice proveniente dalla Cina. Sempre a Roma incrementi a due cifre percentuali anche per le donne titolari di azienda di origine romena (più 23,6 per cento), nigeriana (più 17,4 per cento) e marocchina (più 15,44 per cento). Ma se è da questi Paesi che arriva la maggior parte delle imprenditrici straniere, sulla scena dellimprenditoria laziale cominciano ad affacciarsi anche nuove nazioni. In tal senso lesempio migliore è quello della provincia di Roma, dove figurano una titolare di azienda proveniente dal Benin, una dal Burundi, una dal Ciad, una dalla Guadalupa, una dalla Bolivia e una dal Rwanda.
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