Sempre più letta all’estero la narrativa made in Italy

La narrativa italiana registra in questi ultimi tempi uno spostamento verso temi e stili più concreti e realistici. Nella settimana prenatalizia 2006, confrontata con il medesimo periodo 2005, secondo quanto emerso dai dati forniti dalla società Demoskopea, è stata registrata una crescita della narrativa italiana, seguita da quella straniera e l’attestarsi di 4 noir tra i primi 5 bestseller di narrativa italiana. Cambia il modo di raccontare degli scrittori che scelgono argomenti reali, la vita di tutti giorni, i problemi che affliggono la società in cui vivono e a cui si rivolgono. «Più che un cambiamento degli autori, possiamo dire che sta arrivando una generazione nuova di scrittori, come de Carlo, Saviano e altri, che interpreta la società e la gente, che si identifica in quello che scrivono», ha spiegato Federico Motta, presidente dell’Associazione italiana editori. «Qualche tempo fa la letteratura aveva numi tutelari, oggi c'è maggiore consapevolezza. Non ci sono più movimenti letterari, è vero, però la qualità media è cresciuta. Ci sono molti autori che hanno avuto successo, e la bravura è determinata proprio dalla risposta del pubblico, evidentemente rispondono alle esigenze dei lettori».
Cambiano le generazioni e le esigenze di un pubblico che vuole sentirsi rappresentato, protagonista dei libri che sceglie. Ne è la riprova il successo di Gomorra, il libro di Roberto Saviano, il più venduto tra quelli di narrativa italiana nel periodo delle festività natalizie. «Da due anni si registra una netta inversione di tendenza sulla narrativa italiana e la saggistica - ha continuato Motta - che sta diventando importante sul mercato a scapito della letteratura straniera. Gli autori italiani occupano i primi dieci posti delle classifiche di vendita dei libri. Non solo: all’estero aumentano i libri degli autori italiani che vengono tradotti.

Ci stiamo riappropriando della nostra identità culturale». «E il mercato editoriale - ha concluso Motta - è anche un mercato materiale, quindi esportare la nostra cultura significa essere presente attraverso gli altri comparti economici».

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