Sempre più numerosi in città gli amanti del «nobile infuso» Il produttore mondiale Twining, in visita a Milano, conferma: crescono consumi e locali dedicati, così come i corsi di degustazione

Storia e cultura, rito e passione da sempre si mescolano con il piacere di sorseggiare una tazza di tè. Un gusto antico, orientale d'origine e inglese per tradizione, che ora Milano riscopre. E lo fa in grande stile, incontrando il consenso di un vero esperto in materia: Stephen Twining, discendente della famiglia inglese produttrice e sinonimo del tè nel mondo da dieci generazioni. In visita a Milano, si dice «contento di notare la recente, e già intensa, apertura verso il tè», che, dopo l'acqua, rappresenta in assoluto la bevanda più diffusa e consumata.
«Il tè è un piacere, gradevole nel sapore e nella profumazione, che si rinnova in ogni tazza. - spiega Mr. Twining -. È un piacere da bere, ma anche da preparare e, soprattutto, da vivere come un momento rigenerante a fine giornata o una pausa da ritagliarsi insieme con gli amici, con la propria famiglia. È interessante conoscere le caratteristiche dei raccolti e degli infusi. E poi il tè fa anche bene». Mr. Twining ne beve 9 tazze al giorno e, in base all'ora, all'umore e alla compagnia, sceglie una qualità diversa. Non solo alle canoniche «five p.m.» quindi, come vorrebbe la tradizione, «introdotta dalla duchessa di Bedford ai tempi della Regina Vittoria. - racconta -. Sua Maestà verso le 5 avvertiva un certo appetito; per colmarlo la duchessa cominciò a offrirle una tazza di tè». Dalla Buckingham Palace dell'800, il rito oggi conquista la «Milano del tè», che gira per il centro, entra nelle storiche sale di Peck, Cova, Biffi e del Sant’Ambroeus. Passa da Cucchi, al Taveggia e frequenta anche i molti indirizzi e ambienti curiosi che, in questi anni, si sono aggiunti, proponendosi come punti d'incontro per gli amanti del nobile infuso. Sono in tanti ad avere accolto la filosofia del «tea time» nella propria routine. «È un fenomeno in forte sviluppo - secondo Livio Zanini, presidente dell'Associazione italiana del tè, nonché storico cultore della bustina -. Fino a cinque anni fa la piazza meneghina non conosceva il valore profondo del tè. Ora sì, e lo dimostra l'aumento dei partecipanti a seminari e degustazioni». A confermarlo è Barbara Sighieri de La Teiera Eclettica, in piazzale Bacone 2. Nel suo negozio si scopre un mondo, quello del tè, vastissimo. Esistono infinite tipologie di tè, ognuna diversa per aroma, profumazione e virtù, ma tutte legate alla stessa pianta, la camellia sinensis. In quel piccolo regno c'è un gran via vai di gente, un mix di età e stili di vita. «I veri intenditori sono gli uomini: si forniscono abitualmente di tè, seguono corsi e lezioni». Perché La Teiera Eclettica organizza incontri con esperti che insegnano la storia e i segreti, come si degusta e prepara la bevanda ambrata. «Le donne, invece, sono più curiose, amano sperimentare ricette a base di tè». Anche per Francesca Natali, altra maestra del settore, è così: «Le signore cucinano e assaggiano di tutto». Nella sua boutique - L'arte di offrire il tè, in via Macedonio Melloni 35 - il tè viene unito al dolce e al salato, usato da solo e come ingrediente. «Abbinato al formaggio è buonissimo», assicura. E le sorprese continuano da Montresor, viale Monte Nero 5, dimostrazione che le «tea house» non esistono solo a Londra: 130 varietà raffinatissime, provenienti dai raccolti più pregiati del mondo sono corredate da servizi e teiere da collezione. Non da meno è L'essenza del te via Cerva 12, fornita di edizioni limitate, come il tè bianco biologico, e gestita da un personale davvero preparato. La «Milano del tè» sta introducendo, inoltre, un'abitudine diffusa all'estero, ma insolita per gli italiani: frequentare le sale da tè di alberghi esclusivi per avere una tazza preparata ad arte. Il Four Seasons, il Principe di Savoia, l'Hilton e il Bulgari diventano così riferimenti non solo per i turisti. Ad allinearsi alla tradizione molto cara alla Regina Elisabetta sono sempre più locali di tendenza. È il caso del Globe, all'interno del Coin di piazza Cinque Giornate, che ha lanciato l'«High Tea», un buffet pomeridiano con ogni delizia e mille bustine. Più sfiziosi il Pottery Caffè di via Solferino 3, il Fioraio Bianchi di via Montebello 7 e il California Bakery di viale Premuda 44. Un rifugio, accogliente e fornito, è il Colonial Cafè di corso Magenta 85; distinto ed elegante - con teiere in ghisa - il Corso Como 10.

Il più imprevedibile sviluppo dello storico rito? Consumarlo al termine di un massaggio - Culti, via Mauri 5 - o dopo una sauna - Moresko Hammam Cafè, via Rubens 19 -. Attenzione, però, lì non si beve «il» tè verde, ma se ne sceglie «uno» della gamma dei tè verdi!

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