Roma - Il governo è stato battuto al Senato per due voti sulla risoluzione per approvare la relazione di politica estera del ministro Massimo D'Alema. La maggioranza richiesta era infatti di 160 voti, mentre la risoluzione dell'Unione ha avuto solo 158 voti. La linea dell'esecutivo, che prevede la permanenza del contingente italiano in Afghanistan e l'ampliamento della base usa di Vicenza, sia pure attraverso il dialogo con i cittadini locali, è stata dunque respinta.
Schifani: non c'è più la maggioranza "Il governo non ha più una maggioranza al senato, prodi si deve
dimettere".
Lo ha detto in aula al Senato il capogruppo di Forza Italia, Renato Schifani, dopo la bocciatura
della politica estera del governo da parte del senato.
Calderoli: Prodi salga sul Colle "Sono stati battuti. Ora Prodi e D'Alema ne traggano le conseguenze e salgano al Quirinale.
Del resto, ieri il ministro degli Esteri aveva detto che se non c'era la maggioranza bisognava
andare a casa".
Mastella: le dimissioni non sarebbero di uno solo ma di tutti Con la situazione che si è verificata al Senato "eventualmente le dimissioni non sarebbero
solo di uno ma di tutti". Così il ministro della giustizia, Clemente Mastella, commentando il
risultato delle votazioni sulle comunicazioni del ministro degli esteri, a
Palazzo Madama. "Ora bisogna vedere cosa succede, certo c'è da riflettere. Nel frattempo
abbiamo convocato d'urgenza l'ufficio politico dei Popolari-Udeur per le 17".
Bindi: grave responsabilità verso il Paese Chi ha fatto mancare i numeri "si è assunto una responsabilità
gravissima nei confronti del Paese". È il commento a caldo del ministro Rosy Bindi su quanto
accaduto al Senato. "Non so che dire, non so davvero che dire -ripete- oggi non c'erano davvero le condizioni per
non votare".
Ed ora che succede? "Francamente non lo so. Sono decisioni così importanti che non
compete a me prenderle". Ci sarà un consiglio dei ministri? "Allo stato non ne so nulla",
risponde Bindi.
La sfida di D'Alema ai dissidenti Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema aveva sfidato
i dissidenti della sinistra. Concludendo la replica al dibattito sulla politica
estera del governo aveva chiesto una precisa "assunzione di
responsabilità" soprattutto rivolgendosi alla maggioranza. "Oggi
ho parlato con chiarezza", premette il ministro, "e spero che il
dibattito si concluda in chiarezza: chi condivide la politica
estera del governo, la voti. Chi non la condivide - sottolinea -
voti contro anzichè dire che la sostiene dicendo che è un'altra
da quella che è...".
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