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Sensibile, nel nome una garanzia per la Samp

Sensibile, nel nome una garanzia per la Samp

(...) personalmente, io tengo moltissimo - per raccontarvi di sport.
Perché Sensibile, con la maiuscola e il nome di battesimo, Pasquale, è anche il nuovo direttore sportivo della Sampdoria. Se è bravo, oppure no, lo potremo dire fra qualche mese. A occhio e croce credo che sarà impossibile faccia peggio di quanto abbiano fatto Gasparin - uno dei veri colpevoli dell’ultima annata sciagurata, molto più della famiglia Garrone, quel Gasparin che qualcuno ha avuto anche il coraggio di rimpiangere o di additare nella lista dei bravi («Ah, signora mia, quando c’era lui...») - e Tosi. Con il primo, più colpevole del secondo. Perché chi sia Tosi bastano cinque minuti per capirlo, ma il fatto che Gasparin goda ancora di credito nella stampa genovese è fra le notizie più divertenti dell’anno.
Quindi, Sensibile, nel senso di Pasquale. Che, per l’appunto, andrà giudicato. Ma che ha già lasciato un segno molto bello e positivo di sè. Qualche giorno fa, intervistato da Emmanuele Gerboni per Primocanale sport, Sensibile ha dato una risposta che a me è sembrata bellissima. La domanda era: «Come le piacerebbe essere ricordato?». Lui avrebbe potuto fare il furbo e dire che sognava di essere il direttore sportivo che tratteneva Palombo a Genova, oppure quello che riportava immediatamente la squadra blucerchiata in serie A. Invece, no. Invece, Sensibile ha risposto: «Mi piacerebbe essere ricordato come una persona perbene».
Sinceramente, credo che sia la più bella risposta che poteva dare. Certamente, quella che a me piace di più. E, soprattutto, credo che con una risposta simile tutto il resto possa venire di conseguenza, anche la serie A.
In questo quadro, ho trovato molto positive anche le prime interviste e le prime esternazioni di Edoardo Garrone da vicepresidente esecutivo della Sampdoria. Partendo proprio dal racconto del suo ruolo, ben riassunto da una metafora: se Duccio nel ruolo di presidente effettivo sta a Berlusconi, Edoardo in quello di numero due operativo è l’omologo di Adriano Galliani.
E devo dire che, nelle esternazioni di Edoardo, anche quelle dopo lo scoppio del caso scommesse che potrebbe riportare la Sampdoria in serie A - soprattutto se la norma sui «posti vacanti» venisse interpretata, e sembra una di quelle norme scritte apposta per essere interpretate - ho apprezzato la sobrietà, la misura, la dolcezza in qualche modo. Se Duccio, che è un vulcano, usava spesso - anche troppo spesso - parole di carta vetrata, essendo uno dei pochissimi che può permetterselo a Genova, Edoardo ha scelto di usare parole di velluto.

E la scelta di ripartire senza proclami, con un basso profilo e, soprattutto, con una professione di sampdorianità - dalle magliette alla scelta dei giocatori, dai rapporti con i tifosi a quelli con i media - è una buona scelta.
Il resto, proprio per evitare di tornare ai tempi di Gasparin e di Tosi, spetta a Sensibile. Che, secondo me, con la risposta sulla «persona perbene» ha già portato a Genova un vero fuoriclasse: se stesso.

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