La sentenza: esci di cella solo se non fai più figli

La donna in un carcere del Texas per aver picchiato la sua bimba. L'offerta della libertà vigilata sta suscitando molte polemiche. "Incostituzionale proibirle di essere madre"

La sentenza: esci di cella 
solo se non fai più figli

Washington - Un salomonico giudice texano ha offerto ad una madre di vent’anni, processata col marito per aver picchiato la figlia di 19 mesi, quella che si definisce una seconda scelta. Invece di 10 anni di galera, gli ha offerto la libertà vigilata. Unica e imprescindibile condizione: non avere mai più figli.

Intanto la bimba, che sei mesi fa è stata curata per fratture multiple e lesioni in tutto il corpo procuratole per lo più dal padre Roberto Alvarado di 25 anni (condannato a 15 anni di galera) è stata affidata in adozione ad una copia.

La sentenza del giudice Charlie Baird è stata definita «unica e personalizzata» ed ha suscitato molte polemiche. Eppure, nello stato del Texas la legge permette ai giudici di imporre ogni tipo di condizione per la libertà vigilata. «Ciò che ha fatto il giudice - ha però commentato Douglas Laycock, professore di costituzione presso l’Università del Michigan - è quanto meno discutibile. Esiste un diritto costituzionale ad avere figli e a mio parere, una condanna per avere picchiato un bambino, non può sospendere questo diritto».

Da questa dichiarazione gli animi si sono accesi: «Non sono al corrente - ha commentato nel corso di un dibattito radiofonico l’avvocato John Thomas - della presenza nella nostra costituzione della possibilità di poter picchiare, torturare o uccidere i figli. Sfido chiunque creda che il giudice Baird ha sbagliato a dare un’occhiata alle statistiche sui maltrattamenti ai bambini e sulla recidività di certi adulti nel commettere questo tipo di crimine. Spesso il reato si aggrava col passare del tempo fino a quando la creatura soccombe una volta per tutte».

Il giudice Baird, ha difeso a spada tratta la sua decisione spiegando ad un quotidiano: «Se si analizza il passato di Felicia Salazar e le circostanze che l’hanno portata in tribunale si può giungere alla conclusione che la condizione più logica per la concessione della libertà vigilata era quella di imporle di non avere più figli». Altri esperti hanno affermato che la condizione imposta dal giudice sarebbe difficilmente applicabile, in termini pratici, se la donna restasse di nuovo incinta: sarebbe molto difficile farla tornare in carcere o interrompere la sua gravidanza. In uno Stato come il Texas, dove la maggioranza della popolazione è repubblicana, cattolica, praticante e di conseguenza antiabortista la condizione imposta dal giudice Baird è inconcepibile.

Per Felicia Salazar l’opzione offerta lo scorso 5 settembre dal giudice non è stata difficile. L’avvocato della donna, Kent Anschultz non ha avuto difficoltà nel convincerla che il non avere mai più figli, aggiunto a 100 ore di volontariato presso una comunità era un patteggiamento con i fiocchi. A dieci giorni di distanza dalla sentenza l’avvocato Anschultz comincia però ad avere qualche dubbio sulla scelta fatta.

Keith Hampton, vice presidente della Texas Criminal Defense Lawyers Association è a sua volta sceso in campo per sollecitare un appello e per sensibilizzare l’opinione pubblica davanti ad un caso così raro nel suo genere. «A mio parere - ha detto Hampton - l'ordine del giudice Baird non è attuabile anche se ha fatto bene a dire a Felicia Salazar di non mettere mai più al mondo figli». Troppo drastico secondo l’avvocato, anche se condivisibile considerato il comportamento indegno della giovane madre e del padre. Picchiare una bambina a soli 19 mesi non solo è un atto crudele e ingiustificabile, ma può essere recidivo.

Per il padre invece, il giudice non

ha avuto alcuna pietà. L'uomo, che secondo i testimoni picchiava violentemente la figlia per dimostrare quanto fosse un padre temibile, sconterà fino all’ultimo giorno i quindici anni di galera a cui è stato condannato.

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